Balneari, il richiamo di Mattarella: così la maggioranza ora riaprirà il dossier. La mediazione di Fitto
di Paola Di Caro
Era nell’aria, ed è arrivata la censura del capo dello Stato al decreto Milleproroghe che, dicono dalla maggioranza, la stessa premier Giorgia Meloni aveva provato ad aprire a modifiche proprio per non incorrere nei rilievi del Quirinale. Non c’è quindi irritazione a palazzo Chigi, piuttosto una presa d’atto che fa presagire un intervento in tempi brevi sulla eterna querelle dei balneari. Sia per mantenere buoni i rapporti con il Quirinale — nella nota non a caso si apprezza la volontà di Meloni di confrontarsi con il Parlamento e di evitare un eccessivo ricorso ai decreti legge — sia per non incorrere nella procedura di infrazione della Ue, che da tempo chiede che le concessioni sulle spiagge siano sottoposte a concorrenza. È infatti attesa forse già tra due mesi la decisione della Corte di giustizia europea sulla questione e se bocciasse la norma «per i balneari sarebbe un disastro», ammettono fonti di FdI. Quindi, la decisione di Mattarella di richiamare governo e Parlamento potrebbe essere perfino utile per riaprire un tavolo con le categorie ed arrivare a modifiche prima che sia troppo tardi.
La nota ufficiosa del governo
Dal governo arriva quindi una nota ufficiosa in cui si apre ai rilievi di Mattarella: «Rispetto alla norma che formalmente è in vigore, quanto richiamato dal capo dello Stato meriterà attenzione e approfondimento da parte del governo nel confronto con le forze parlamentari». La norma che proroga le concessioni al 2025, si precisa, è appunto ormai legge, ma si cercherà di modificarla. Niente affatto facile però. Nei giorni scorsi, la moral suasion del capo dello Stato era stata efficace per eliminare dal Milleproroghe una norma proposta dal presidente della Lazio, nonché senatore, Claudio Lotito per prorogare al 2026 la concessione per trasmettere il campionato di calcio a Dazn. Un pressante «invito» che la premier aveva accolto, tra i mugugni delle società di calcio. Sui balneari invece, bacino di voti di tutti i partiti del centrodestra, la resistenza è stata feroce.
Il tentativo di Fitto
Raccontano che nelle scorse settimane il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, incontrandosi con le associazioni di categoria, avesse tentato di aprire un dialogo, trovandosi però di fronte un muro. A quel punto, il governo non ha forzato, e ha lasciato alle forze parlamentari la decisione di presentare l’emendamento per prorogare le concessioni. Nei giorni scorsi al Senato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, aveva avvertito i capigruppo del centrodestra: il Quirinale si oppone alla norma, e potrebbe perfino non promulgare la legge rinviandola alle Camere. Ma trasversalmente sia da FdI sia soprattutto da Lega (che al momento non commenta) e Forza Italia non hanno voluto sentire ragioni: noi siamo il Parlamento e decidiamo liberamente, il senso delle risposte soprattutto dell’azzurro Maurizio Gasparri e del capogruppo leghista Massimiliano Romeo.
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