Maurizio Costanzo, intelligente e potente: ognuno di noi gli deve qualcosa (ecco perché)
di Aldo Cazzullo
Bastava una sua battuta in un romanesco sminuzzato per far aprire una persona e un mondo. Lanciò Sgarbi e Maria De Filippi, forse l’uomo e la donna più conosciuti d’Italia
Come Molière, Maurizio Costanzo è morto in scena. O, se si preferisce un’espressione di Renzo Piano, è morto nel cantiere. Senza mai smettere di lavorare; che per lui significava vivere.
Ha fatto un sacco di cose, quasi tutte (ma non tutte) bellissime. Fu il primo a invitare in televisione i capi del partito comunista. A «bontà loro» chiedeva a ogni ospite: «Cosa c’è dietro l’angolo ?». Giancarlo Pajetta rispose: «Un altro angolo».
Giorgio Amendola, ingelosito, volle essere invitato anche lui. Scrisse Una giornata particolare per Scola e Se telefonando per Mina. Lavorò a «Paese Sera» con Mughini e Dario Argento.
Inventò un genere, la tv popolare, parlando pochissimo: bastava una sua battuta in un romanesco sminuzzato per far aprire una persona e un mondo. Si iscrisse alla P2, diresse un giornale della Rizzoli piduista, ma a differenza di altri ammise di aver sbagliato.
Ospite del suo show, confuso tra il pubblico, una volta ci fu anche il latitante Matteo Mesina Denaro.
Inventò Sgarbi e Maria De Filippi, forse l’uomo e la donna più conosciuti d’Italia. Distrusse Pippo Baudo quando divenne direttore di Canale5. Introdusse Giovanni Falcone al grande pubblico. La mafia tentò di ammazzarlo.
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