Piemonte, medici in fuga dalle scuole di specialità

«Questi dati sono la chiara fotografia della nuova generazione di medici – conclude -: i colleghi giovani vogliono scegliere, piuttosto perdono un anno e cambiano la scuola di specialità ma non accettano lavori che non li soddisfano. Non sono disposti ad accettare specialità che poi li costringono a sacrificare la loro qualità di vita o non gli danno la soddisfazione che vorrebbero e che credono di meritare dopo i 6 anni di faticoso studio. È una differenza sostanziale rispetto al passato». E adesso? «Tocca a noi sindacati, e tocca alla politica, che governa la sanità, fare di tutto per migliorare le condizioni di lavoro in ospedale, e perché fare il medico nel sistema sanitario pubblico torni ad essere un mestiere di cui essere orgogliosi».

LA STAMPA

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