La solitudine di Giorgia, è allarme tra i fedelissimi: “A ogni difficoltà gli alleati scappano”

Il caso dei balneari è sintomatico. Per anni i partiti del centrodestra si sono spartiti i voti della categoria, poi quando il governo Draghi ha deciso di indicare una data per le gare delle spiagge, Fratelli d’Italia ha gridato al tradimento di Lega e Forza Italia. Gli imprenditori del settore hanno appoggiato in massa Meloni alle elezioni e ora che mantenere le promesse si scontra con la realtà (la Commissione Ue pretende che si facciano le gare e c’è una sentenza chiarissima del Consiglio di Stato) la situazione nel centrodestra si è ribaltata: gli antichi referenti nel Carroccio e in Forza Italia cavalcano il malcontento dei concessionari, mettendo nell’angolo la premier.

La versione che danno i partiti è molto diversa. La solitudine della premier si deve non alla mancanza di lealtà degli alleati, quanto piuttosto alla sua scelta di fidarsi solo di un gruppo molto ristretto di persone e, più in generale, a un atteggiamento diffidente e anche arrogante, specie nella gestione del Parlamento. Il metodo adottato nella preparazione della manovra, che ha previsto il coinvolgimento dei capigruppo di Camera e Senato e non solo dei ministri, non si è ripetuto. Il risultato è che l’approvazione della legge di bilancio è filata liscia, mentre per gli altri provvedimenti, dove la collegialità è venuta meno, il governo è stato costretto a retromarce rapide. Forza Italia e Lega sono rimasti particolarmente seccati dall’atteggiamento di Palazzo Chigi sulla questione del Superbonus, «sapevano che per noi era una questione fondamentale, la Lega aveva anche fatto una manifestazione due giorni prima – si sfoga un dirigente berlusconiano – eppure ci hanno comunicato il provvedimento mezz’ora prima di leggerlo sulle agenzie, mettendoci in difficoltà con gli elettori». Obiezioni alle quali i meloniani ribattono: tutte le decisioni vengono prese con i vicepremier, ovvero con Salvini e Tajani, «se poi quei partiti hanno problemi interni non è colpa nostra». Veleni nella solitudine. 

LA STAMPA

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