L’inquilina inamovibile di Rai3 dove “mezz’ora” dura vent’anni
Si cambia poltrona ma non Azienda: lascia quella di Presidente di garanzia e si garantisce quella di conduttrice di un nuovo programma, In mezz’ora, che va in onda in prime afternoon della domenica, ed è fatto apposta per chi odia la televisione. Era il 2005. Ed è ancora in onda. Il format è elementare: 1) Lucia Annunziata fa una domanda all’ospite; 2) l’ospite inizia a rispondere; 3) Lucia Annunziata lo interrompe. Ma il programma, al netto degli incontenibili monologhi spacciati per domande, retaggio della cultura assembleare della sinistra extraparlamentare, va benissimo. Lei, e lo scriviamo seriamente, è brava. Dalla trasmissione esce sempre un titolo per i giornali del lunedì. E la cosa durerà anni. Purtroppo.
Settantatré anni, due matrimoni, una vita sacrificata alla carriera e al potere, in ordine inverso; lucida, ruvida, tagliente, sorta di Repubblica autonoma dentro la Sinistra, personale editore di riferimento: Massimo D’Alema, un’amicizia con la Berlinguer, la zarina rossa e la zarina Bianca, ottime capacità relazionali è amica di tutti e frequenta i potenti, anche quelli che da giovane si dovevano evitare Lucia Annunziata, passata indenne dalle mareggiate dell’Ulivo, berlusconiane, leghiste, di Draghi e dei sovranismi, galleggia ancora benissimo. «Ponciorno». Ci rivediamo domenica prossima.
Sempre convintamente a favore della preminenza della politica sullo spettacolo, se Lucia fosse una show girl sarebbe Concita De Gregorio. Se fosse uomo, Mara Venier.
Comunque, ce la ricorderemo. E non solo per la faziosità.
Cose da ricordare (ma anche no) di Lucia Annunziata. L’ossessiva rivalità con il conterraneo Michele Santoro, stessa etnia ma molto più popolare di lei. La ricerca a tutti i costi della ribalta, come quando – marzo 2006 – attaccò stizzita il premier Silvio Berlusconi, spingendolo ad abbandonare lo studio, ed entrambi sapevano che sarebbe finita così. Quando, anno di scarsa grazia 1977, nelle manifestazioni di piazza tirava i sampietrini a Luciano Lama (non è vero: è pura mitizzazione). Quando voleva «prendere per il collo» quelli che rifiutavano il vaccino, e qualcuno le diede pure ragione. La volta che, prima di partire per il weekend nella sua bella casa di Anacapri, mentre Enrico Letta esprimeva la «solidarietà alla comunità ucraina in Italia fatta di centinaia di migliaia di persone», lei commentò «di cameriere e badanti» (e amanti, no?)
Ah. Il nuovo libro di Lucia Annunziata s’intitola L’inquilino (sottinteso: di Palazzo Chigi). Una storia della perversa inclinazione degli italiani per i potenti, partendo dalla constatazione che negli ultimi 11 anni si sono succeduti sette governi e sei premier. Uno scandalo rispetto alla stabilità di un’azienda pubblica come la Rai, in cui per vent’anni una giornalista può tenersi la stessa trasmissione. Senza neanche una tornata elettorale. Titolo: L’occupazione. A sinistra, più che un bestseller, è un classico.
IL GIORNALE
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