Meloni, missione India: la premier a Nuova Delhi stringe i legami con Modi per arginare la Cina e isolare Russia e Iran

Ilario Lombardo, Francesco Olivo

ROMA – NUOVA DELHI. Stringere al massimo i rapporti con l’India per allentare quelli con la Cina, isolando Russia e Iran. Il piano è molto ambizioso, e solo il tempo dirà quanto il ruolo dell’Italia sarà davvero cruciale. Giorgia Meloni parte oggi per una doppia missione: questa notte atterrerà a Nuova Delhi, mentre da venerdì sarà ad Abu Dhabi, per cercare di archiviare il grande gelo con gli Emirati Arabi, iniziato con il naufragio dell’intesa con la compagnia aerea Etihad e culminato con la chiusura della base militare italiana nel Golfo. Il governo ha una convinzione: una volta finita la guerra in Ucraina, tutte le attenzioni torneranno in Oriente, in particolare nei mari dell’Indo-pacifico, aree ancora troppo lontane dall’Italia non solo geograficamente.

In queste due tappe Meloni dovrà anche dare prova di aver superato le convinzioni del passato quando dall’opposizione tuonava contro i rapporti del governo italiano con le monarchie del Golfo («sistemi non democratici, nazioni che propagano le teorie fondamentaliste» diceva meno di dieci mesi fa l’allora presidente di FdI) o sponsorizzava una commissione di inchiesta sul caso dei due Marò tenuti prigionieri dall’India (fu l’attuale viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli a firmare la proposta di legge).

Vista da Palazzo Chigi e non dai banchi più stretti dell’opposizione di destra, l’India è una porta per accedere alle grandi opportunità che offre quel pezzo di globo, un Paese in rapida espansione, economica e demografica. Guidato da un leader, Narendra Modi, dalle solide convinzioni sovraniste. La crisi diplomatica causata dalla questione dei due fucilieri di marina accusati di aver ucciso i pescatori indiani è lontana, così come quella legata all’inchiesta sulle tangenti per gli elicotteri Augusta: chi ha preparato questa visita conferma che il governo di Nuova Delhi considera quelle vicende completamente chiuse.

Il riavvicinamento era cominciato con la visita di Paolo Gentiloni nel 2017 e con quella, un anno dopo, di Giuseppe Conte. L’incontro tra Modi e Mario Draghi al G20 di Roma ha aperto definitivamente una strada (specie nella cooperazione della Difesa) e ora il governo Meloni vuole raccogliere quei frutti.

Il premier indiano, raccontano fonti dell’esecutivo, ha inviato un invito non formale a Meloni, partito subito dopo il bilaterale dello scorso novembre al G20 di Bali. La presidente del Consiglio, prima dell’incontro con il capo del governo di Nuova Delhi, inaugurerà domani il Raisina Dialogue, una conferenza sulla sicurezza, che si ispira a quella di Monaco di Baviera, alla quale la premier ha dato forfait per l’influenza. Nella scorsa edizione l’ospite era stata la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Le aspettative indiane sono alte, il vertice con Modi potrebbe essere l’occasione per firmare un protocollo di cooperazione nel settore della Difesa, i cui dettagli saranno definiti, è quello che si spera alla Farnesina, alla riunione del G20 di Nuova Delhi a settembre. L’espansione economica e demografica dell’India fa sì che il Paese voglia rendersi autonomo, nell’industria della Difesa, da una certa dipendenza russa, un fenomeno iniziato già prima dell’invasione dell’Ucraina. Negli ultimi anni l’amore con Mosca si è raffreddato e Modi ha ridotto il rifornimento di armi (a giovamento di Stati Uniti, Israele e Francia), i russi però rimangono decisivi per i pezzi di ricambio. Il progetto del premier è incrementare al massimo la produzione interna e aumentare la propria presenza in Africa. Meloni vuole sfruttare queste circostanze per tentare – come ha detto pubblicamente – di avvicinare alle posizioni occidentali i Paesi che all’Onu si sono astenuti durante il voto della risoluzione di condanna della Russia.

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