Inchiesta Covid a Bergamo: Conte, Speranza e Fontana indagati per la mancata «zona rossa»



Conte disse che la zona rossa andava usata con la massima parsimonia . Il 5 marzo, Speranza firmò un decreto per chiudere la Val Seriana, ma non il premier (firma che non fu necessaria per blindare Codogno). Il 6 marzo, negli hotel della Bassa Bergamasca arrivarono rinforzi di polizia e carabinieri. Erano pronti, tornarono indietro. Non c’è solo la mancata zona rossa, nell’inchiesta. Pesano anche il mancato aggiornamento e la mancata applicazione del piano pandemico del 2006. Questo, nonostante le raccomandazioni dell’Oms. Sull’ospedale di Alzano, per cui è indagato il direttore generale dell’Asst Bergamo Est Francesco Locati, è stata ridimensionata la portata della riapertura del Pronto soccorso, poche ore dopo la scoperta del primo caso.

Tra degenti e personale, erano già 96 gli infetti: la lente è sull’ospedale e la misure non adottate da lì in poi. Tra gli indagati, anche il direttore generale dell’Ats Bergamo, Massimo Giupponi: il discorso, nel suo caso, riguarda la sorveglianza attiva e il contagio sul territorio.

CORRIERE.IT

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