Migranti, duello su Piantedosi. Schlein: lasci. Meloni: un dovere evitare tragedie
Il ministro non risponde ai dubbi sul perché, malgrado i due tentativi a vuoto della Guardia di Finanza, non sia stata attivata la Guardia costiera. Rinvia a un’informativa che il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè (FI), annuncia per la prossima settimana. Forse con il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Nel frattempo Piantedosi precisa che «l’aereo Frontex, che per primo ha individuato l’imbarcazione dopo le 22 del 25 febbraio, a 40 miglia, non aveva segnalato una situazione di pericolo a bordo. Ma evidenziava una persona sopra coperta e altre sotto coperta e una buona galleggiabilità dell’imbarcazione». E che «c’è stato un peggioramento meteomarino». Spiega che tra le operazioni di polizia e di soccorso a volte «c’è sovrapposizione, ma questo non significa non farsene carico». Invita al «rispetto e alla riconoscenza» per gli apparati che dal 22 ottobre al 27 febbraio hanno salvato 27.457 mila persone, con l’obbligo di rispettare regole: inclusa «la tutela di chi è a bordo».
Ma quindi di chi è stata la colpa? Per il ministro bisogna attendere l’esito dell’inchiesta che vede già i 4 scafisti indagati. Poi si difende dall’accusa di parlare come «un questurino»: «Sono orgoglioso di essere stato un funzionario dello Stato». Per le sue dichiarazioni ammette che «ognuno deve avere la postura giusta». Ma poi rimarca: «Il governo parla con i fatti. E della disperazione che c’è dietro un evento come questo ha avuto considerazione da prima che avvenisse. Con 617 persone accolte con corridoi umanitari, e un decreto flussi da 83 mila posti».
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