Torna il Btp Italia: ecco quanto rende e come protegge dall’inflazione

Il tasso cedolare reale annuo minimo garantito sarà annunciato il 3 marzo. Nell’ultima edizione il Tesoro ha mantenuto la cedola all’1,6%. Per gli esperti, si tratta del livello che potrebbe essere deciso anche per la tornata in arrivo.

Mercato obbligazionario in tensione
La nuova emissione di Btp Italia arriva in un momento di rinnovata tensione sul mercato obbligazionario. Dopo gli ultimi dati sull’inflazione, tra gli operatori si rafforzano le aspettative che la Bce manterrà un atteggiamento aggressivo nella sua politica monetaria nei prossimi mesi alzando il costo del denaro fino a febbraio 2024, con la previsione di un tasso terminale al 4%.

Le valutazioni degli analisti
In teoria, considerando le previsioni di inflazione a 5 anni attorno al 2,6%, con una cedola superiore all’1,5% e considerando il premio che lo Stato garantisce a chi detiene il titolo fino a scadenza dovrebbe essere leggermente favorevole la nuova emissione rispetto ai Btp di uguale scadenza non indicizzati all’inflazione – analizza Edoardo Proverbio, Responsabile Area Investimenti di Decalia -. Tuttavia, la scelta dipende dalle aspettative di inflazione: se si ritiene che le aspettative di inflazione per i prossimi anni possano essere riviste al rialzo, cosa che noi riteniamo ancora probabile, allora il Btp indicizzato all’inflazione dovrebbe essere preferito».

Secondo l’esperto, da un rapido confronto con il Btp Italia novembre 2028 già emesso e con scadenza di solo qualche mese più lunga, la cedola del nuovo Btp Italia dovrebbe essere superiore al 2% affinché questa nuova emissione sia più conveniente.

LA STAMPA

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