Donne al comando, le vere battaglie
Fabrizia Giuliani
I fatti sono ostinati, scriveva Bulgakov in un libro indimenticabile, sono la cosa più ostinata del mondo. Debbono lottare con il nostro sguardo per essere salvati, con le categorie che lo guidano e con le parole che le traducono.
E’ un viaggio tutt’altro che lineare, quello che va dall’esperienza alla lingua e non stupisce che siano proprio i fatti più immediati, più evidenti, quelli destinati al viaggio più difficile. Talvolta arrivano a destinazione, diventano idee, parole e significati condivisi, talvolta no. Teniamo dunque le parole sullo sfondo e partiamo dai fatti per affrontare la discussione sulle leadership femminili, il genere e il sesso. E’ un fatto che uno dei paesi più misogini d’Europa, il nostro, abbia cambiato pelle in pochi mesi: è una donna la prima Presidente del Consiglio ed è una donna, ora, a guidare per la prima volta il principale partito d’opposizione. Il valore che scegliamo di assegnare a questo fatto è naturalmente opinabile, la sua esistenza no: basta vedere l’eco che il cambio di passo ha avuto nei media tradizionali. Veniamo alle idee e alle parole, ossia al valore che assegniamo ai fatti. Si può dire: conta quale forza politica ha vinto, non importa il genere di chi la guidi; contano le persone, il merito.
Bisogna distinguere: ovvio che siano determinanti i valori, le visioni dei singoli partiti nella scelta del voto, ma pesa, eccome, il fatto che a guidarli siano una donna o un uomo. Non è affare d’immagine, ma di fatti, storia, politica. Sono politiche le ragioni che hanno tenuto le donne fuori dalla sfera pubblica, politici gli ostacoli che incontrano nell’accesso al lavoro o nella progressione di carriera – nonostante l’eccellenza dei risultati scolastici – e della stessa natura sono le ragioni che hanno portato e portano le donne a mobilitarsi per cambiare. Ma è politica, soprattutto, la cecità che impedisce di vedere come la difficoltà di far crescere il paese, il rischio economico e demografico siano legati a doppio filo alla sottovalutazione di questi aspetti. Se non si astengono, le donne investono su una leadership femminile, le affidano il cambiamento necessario a cambiare la loro vita e la vita di tutti.
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