Altro che scissione dopo le primarie Elly e Bonaccini si dividono le poltrone
Altro che scissione: il primo incontro tra Elly Schlein e Stefano Bonaccini è il principio della danza della spartizione. Il summit tra la vincitrice e lo sconfitto è, in apparenza, senza esito concreto. La location è Bologna: una delle tante città che avrebbe dovuto premiare il volto riformista dei dem ma che ha deciso di favorire il radicalismo di massa, il femminismo e forse in una certa misura anche il ritorno del prodismo. «Forme e modi li vedremo assieme, intanto per noi era importante trovarci su questo spirito unitario per avviare questa nuova fase del partito», risponde la segretaria a chi gli chiede se è possibile che il governatore emiliano diventi presidente del partito. In realtà sul tavolo persistono tre ipotesi. La prima è che gli organi di garanzia, presidenza compresa, vadano ai bonacciniani, con la Schlein impegnata a costruire in autonomia la nuova segreteria. Fonti accreditate del Pd considerano questo scenario come il più probabile. La seconda è che i sostenitori di Stefano Bonaccini entrino persino all’interno della segreteria. Sarebbe il vero scenario «unitario» ma non viene giudicato davvero realizzabile. «Esistono delle differenze troppo marcate – ci raccontano fonti vicine al Nazareno – su temi portanti. Il da farsi con la guerra in Ucraina è soltanto uno di questi». Bonaccini avrebbe un interesse politico a creare più di qualche distinguo con il nuovo corso, specie se quest’ultimo dovesse dimostrarsi anti-sistemico e filo-grillino più del previsto. Terzo impianto: che la maggioranza interna della Schlein occupi tutte le posizioni e che chi ha sostenuto Bonaccini si defili in una sorta di buen retiro, aspettando tempi migliori. Anche questo percorso viene percepito come difficile. In ogni caso, in ballo ci sono i posti di vertice del Pd: vice segretario e presidenza in primis. E le questioni di principio, pochi giorni dopo la fine delle primarie, stanno già perdendo di peso. «Ho voluto ribadire ad Elly quello che ho sempre detto durante il congresso, e cioè che se fosse toccato a lei avremo trovato il modo di dare una mano. Le forme e i modi li vedremo, nei prossimi giorni valuteremo insieme cosa è più utile che si possa disporre anche dal punto di vista operativo e dei ruoli», ha detto Bonaccini all’uscita dall’incontro. Insomma per il governatore emiliano è venuto il momento di togliersi le «magliette» delle squadre congressuali per indossare in via esclusiva quella dem.
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