I primi giorni del Covid-19, come andò davvero: nessuno voleva la zona rossa
di Marco Imarisio, Simona Ravizza, Fiorenza Sarzanini
L’audio segreto e i documenti, i giorni terribili tra febbraio e marzo 2020, quando fu imposto il lockdown nazionale. Su Alzano e Nembro non si decise mai
«La crescita di questa epidemia è rapidissima. Non abbiamo più letti. I 17 posti in terapia intensiva sono occupati. I cento destinati ai malati Covid-19 sono tutti occupati». È il 29 febbraio 2020. Marco Rizzi, direttore del reparto Malattie infettive dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, lancia il suo appello disperato. L’epidemia sta già andando fuori controllo, medici e infermieri implorano chiusure. Ma nessuno li ascolta.
Politici e imprenditori sono scatenati. La sera precedente il sindaco Beppe Sala e il governatore del Lazio Nicola Zingaretti sono stati promotori dell’aperitivo sui Navigli perché #Milanononsiferma, Giorgio Gori è andato a cena da Mimmo spinto dall’iniziativa «Bergamo is running» della Confindustria locale che spiega di temere «per il destino di 376 aziende con un fatturato complessivo di 850 milioni di euro annui». Non si può chiudere, niente «zone rosse». Intanto il virus corre. I verbali, le relazioni di servizio, le circolari relative a quanto accadde dal 27 febbraio al 7 marzo quando si decise il lockdown in tutta Italia ricostruiscono in maniera dettagliata la catena di errori, sottovalutazioni, omissioni che trasformarono quell’area del Paese in un focolaio capace di provocare migliaia di morti. Mostrano lo scontro — a tratti durissimo — tra gli scienziati che invocavano chiusure e i politici determinati a non cedere alle pressioni per l’istituzione della «zona rossa». Ma basta questo per portarli in un’aula di giustizia? I comportamenti di chi doveva gestire l’emergenza e adottare misure adeguate sono materia da processo penale? Sarà un giudice a dover stabilire se il castello di accuse costruito dalla Procura di Bergamo regge. E dovrà farlo partendo da un documento che il Corriere aveva già rivelato e che adesso — allegato agli atti di indagine — svela anche il nome di tutti i protagonisti.
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