Come cambia il Reddito di cittadinanza, nel 2023: due importi, a settembre diventa Misura di inclusione



Per i nuclei con persone occupabili, invece, la Mia scadrà al massimo dopo un anno la prima volta e dopo sei mesi la seconda e una eventuale terza domanda di sussidio si potrà presentare solo dopo una pausa di un anno e mezzo. Insomma un percorso a esaurimento per spingere il più possibile gli interessati a cercarsi un lavoro.

Il tetto Isee

Secondo quanto trapela dai tecnici dei ministeri che seguono più da vicino il dossier, i requisiti di Isee per ottenere il sussidio dovrebbero subire una forte stretta rispetto a quelli per il Reddito.

Il tetto per aver diritto alla nuova Misura di inclusione attiva dovrebbe infatti scendere dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro. Un taglio di oltre 2 mila euro dell’indicatore della ricchezza familiare che rischia di far fuori una fetta significativa della platea di potenziali beneficiari, probabilmente un terzo. In positivo, rispetto al Reddito, sarà invece corretta la cosiddetta scala di equivalenza, quella che fa aumentare l’importo del sussidio in base al numero dei componenti la famiglia, per migliorare l’assistenza ai nuclei numerosi.

Pare certa anche la correzione del requisito della residenza in Italia, che dovrebbe scendere da 10 a 5 anni
, per non incorrere nelle censure della Consulta e di Bruxelles. Una correzione, questa, che, al contrario del taglio del tetto Isee, farà aumentare la platea dei potenziali beneficiari, ma di poco.

Le agenzie del lavoro

Fatta la domanda, per via telematica, la prestazione sarà riconosciuta solo dopo che saranno stati fatti i controlli incrociati sul possesso dei requisiti (reddito, patrimonio, veicoli, eccetera) e i nuclei familiari senza occupabili saranno indirizzati ai Comuni per i percorsi di inclusione sociale mentre gli altri verranno avviati ai centri per l’impiego dove, come condizione per ottenere la Mia, dovranno sottoscrivere un patto personalizzato.

Per gli occupabili la riforma, oltre ai centri pubblici per l’impiego, coinvolgerà le agenzie private del lavoro. Che incasseranno un incentivo per ogni persona occupabile per la quale riusciranno a ottenere un contratto, anche a termine o part time. il sussidio

Reddito di cittadinanza, via alla stretta: 200 mila famiglie non lo percepiscono più

di Enrico Marro

Piattaforma online

Per migliorare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro sarà creata una piattaforma nazionale sotto la regia del ministero del Lavoro dove gli occupabili dovranno obbligatoriamente iscriversi e dove potranno ricevere le offerte congrue di lavoro. Basterà rifiutarne una per decadere dalla prestazione.

L’offerta verrà ritenuta congrua se in linea con la profilazione della persona occupabile e se la sede di lavoro sarà nell’ambito della provincia di residenza del beneficiario o delle province confinanti (una formulazione, spiegano i tecnici, necessaria perché a volte Comuni di province diverse dalla propria sono più vicini al Comune di residenza). Saranno ritenute congrue anche le offerte di contratti brevi, purché superiori a 30 giorni.

Si potrà lavorare

Per scoraggiare il fenomeno dei percettori del sussidio che contemporaneamente lavorano in nero, la norma introdotta con l’ultima legge di Bilancio, che consente ai titolari del Reddito di cumulare l’assegno con redditi da lavoro stagionale o intermittente fino a 3 mila euro l’anno, verrà estesa a tutti i tipi di lavoro dipendente. E se si supererà questa soglia, ma a causa di un contratto a termine di durata inferiore alla Mia, la prestazione sarà sospesa per la durata del rapporto di lavoro e riattivata dopo.

Più controlli

La riforma rafforzerà tutte le norme sui controlli, sulla decadenza dal beneficio per chi non rispetta gli impegni previsti dai patti di inserimento al lavoro o di inclusione sociale (questi ultimi, che poi saranno la maggioranza, affidati ai Comuni), e quelle sui reati per chi dichiara il falso o lavora in nero pur prendendo il sussidio.

Si tratta di norme molto importanti, per evitare di sprecare risorse. Non è un caso che dopo il rafforzamento dei controlli deciso sotto i governi Draghi e Meloni, ci sia stato un calo dei percettori del Reddito e delle domande. A gennaio 2023 le famiglie beneficiarie del Reddito e della pensione di cittadinanza (per un importo medio di 562 euro al mese) erano 1.160.714: circa 200 mila in meno dello stesso mese del 2022. E le domande 111 mila contro le 88 mila del gennaio di un anno fa.

I risparmi

Con la riforma del Reddito e della pensione di cittadinanza (quest’ultima di fatto assorbita nella Mia) il governo punterebbe a risparmiare complessivamente almeno 2-3 miliardi l’anno rispetto ai 7-8 spesi annualmente per il Reddito.

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