Schlein. “Noi con Zelensky”

Carlo Bertini

Roma. Annuncia lotta dura contro l’Autonomia differenziata del governo, «perché il paese va ricucito e non diviso». Conferma la posizione sulla guerra, di sostegno all’Ucraina anche con le armi, battendo il tasto della ricerca di una soluzione diplomatica per la pace che passi per l’Ue: «L’invio di armi in Ucraina credo sia necessario per sostenere Zelensky e il popolo ucraino rispetto a un’invasione criminale avanzata dalla Russia di Putin, quello che però ho sempre aggiunto è che non ci può essere sinistra senza l’ambizione di costruire un futuro di pace. E vorrei un protagonismo forte dell’Unione europea, un ruolo diplomatico e politico forte», aggiunge in tivù Schlein.

Schlein: “Aiuti e armi all’Ucraina, ma la sinistra deve ricercare la pace”

È in perfetta sintonia con Romano Prodi che dice «per realizzare le alleanze, prima è necessario che Schlein definisca un programma, solo così il Pd può diventare forza trainante». Condanna «senza nessuna accettazione o tolleranza le violenze come quelle di Torino degli anarchici». Nella sua prima intervista televisiva dopo l’elezione a segretaria dem, Elly Schlein non mostra un minimo tentennamento quando Fabio Fazio le chiede se riuscirà ad evitare scissioni, convinta di «riuscire a tenere unito il partito, senza rinunciare a tenere una direzione chiara. Vanno superate le dinamiche di cooptazione, rimescolate le culture, lottare per il contrasto alla disuguaglianza, alla precarietà e per l’ambiente. Un partito umile nell’ascolto e utile alla comunità. Vogliamo rappresentare l’Italia che fa più fatica». Questo il Pd targato Elly. Che lei gestirà insieme all’altra metà del cielo, quella di Stefano Bonaccini, riaprendo però le iscrizioni al Pd per colmare la discrepanza del voto tra gli iscritti per il suo rivale e quello dei simpatizzanti dem per lei alle primarie: «Abbiamo riaperto on line il tesseramento e dico al popolo delle primarie: venite, abbiamo bisogno di voi. Con Bonaccini, sappiamo lavorare bene insieme, stop a personalismi e conflitti interni». Un’ora dopo sul sito dem erano arrivate 15 tessere al minuto. Potenza della tivù.

Sui rapporti esterni, Schlein spiega la sua ricetta per costruire un’alternativa, ovvero «fare battaglie comuni nel Parlamento e nel Paese su salario minimo e sanità pubblica, per essere più efficaci. Ho già sentito Calenda e Conte». E quanto ai rapporti con il terzo Polo di Renzi e Calenda, la ritrosia a schemi predefiniti è chiara, perché «più che i politicismi, conta ciò che possiamo fare insieme». Il partito per ora freme in attesa di sapere come si regolerà la nuova leader. Alcuni temono pure una trappola di Conte a Schlein sull’Ucraina: quando il 22 marzo ci sarà da votare le risoluzioni dopo le comunicazioni di Meloni in vista del consiglio europeo del 24-25, M5s potrebbe presentare una sua mozione, rifiutando un testo unitario col Pd. Per marcare un no all’invio di armi. Insomma, malgrado un primo contatto amichevole, Conte si potrebbe sentire schiacciato da Schlein tanto da dover marcare un punto. 

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.