La piovra estremista con i tentacoli esteri adesso fa davvero paura

Quel che è accaduto in mezzo mondo nelle scorse settimane è un segnale del coordinamento fra realtà che a migliaia di chilometri di distanza parlano la stessa lingua.
Ecco gli atti vandalici e le azioni dimostrative contro i consolati del nostro Paese a Lugano, Barcellona, Stoccarda e ancora contro l’ambasciata a Madrid. E poi, in un susseguirsi impressionate di prove di forze dall’Europa all’America Latina, ecco il 27 gennaio l’incendio dell’auto di un funzionario dell’ambasciata a Berlino.
Ma l’episodio più grave resta quello del 2 dicembre scorso, quando l’autovettura di Schlein ad Atene è stata data alle fiamme e solo la mancata esplosione della seconda molotov ha evitato il crollo di una palazzina e una catena di lutti.
La guerriglia di Torino è dunque parte di una strategia che prevede momenti successivi ed è molto diversa da quella di matrice brigatista che abbiamo conosciuto fra gli anni Settanta e Ottanta, ma ugualmente insidiosa. Purtroppo, con quel che sta accadendo nel carcere di Opera, dove Cospito è detenuto, è facile pensare che il peggio debba ancora arrivare.

IL GIORNALE

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