Rialzo dei tassi, allarme di Giorgetti: “Problema serio per i conti italiani”

Giuliano Balestreri

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, non attacca la Banca centrale europea (Bce), ma non nasconde la preoccupazione per la tenuta dei conti se la stretta monetaria continuerà al ritmo forsennato deciso dalla presidente dell’Eurotower, Christine Lagarde.

Il rialzo dei tassi «pone problemi seri per chi ha bilanci fortemente indebitati come quello italiano», avverte il titolare del Tesoro, che ribadisce la linea adottata in questi primi mesi di governo: «L’approccio sui conti pubblici è stato prudente e responsabile e continueremo in questo senso». Avere conti in ordine, insiste il ministro, è «un’esigenza assoluta per il nostro Paese, che deve mantenere la fiducia dei mercati» per evitare un aumento dei «costi di finanziamento» ed «evitare ripercussioni» per famiglie e imprese.

Ma che le difficoltà ci siano lo ha riconosciuto in un’intervista a La Stampa anche il governatore portoghese Mario Centeno: «Da luglio 2022, i tassi sono aumentati di 300 punti. Un ritmo troppo veloce, serve più pazienze per vedere gli effetti della stretta. Ma l’inflazione sta già scendendo».

A Francoforte, però, i falchi non sembrano essere dello stesso avviso. Secondo Lagarde «è molto probabile» che il 16 marzo «aumenteremo i tassi di interesse di 50 punti base» (al 3,50%); per il capo economista Philip Lane, invece, le informazioni attuali suggeriscono che «sarà appropriato aumentare i tassi anche oltre il vertice di marzo». E mentre il mercato stima già che i tassi saliranno al 4% entro l’anno, il governatore austriaco Robert Holzmann chiede rialzi da mezzo punto a ognuna delle quattro riunioni fino a luglio: uno scenario che porterebbe il costo del denaro al 5 per cento.

Motivo per cui la numero uno dell’istituto di Francoforte, Lagarde, ha chiesto uno sforzo a banche e governi per mitigare gli impatti di prezzi ancora elevati e rate dei mutui variabili in decisa crescita. Appello a cui ha risposto a stretto giro l’Associazione bancaria italiana, che si dice pronta a sostenere i debitori, ma chiede flessibilità anche all’Ue, in particolare sulle «rigide» regole dell’Eba. Il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, poi, auspica che la Bce segua l’approccio cauto espresso dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco «quando ha ricordato che occorre bilanciare i due rischi che può correre la politica monetaria, “fare troppo poco o fare troppo” e che oggi i due rischi sono simmetrici». Per l’Abi, «nelle attuali circostanze occorre un “approccio cauto” basato su una attenta analisi dei dati e non troppo su modelli teorici che nelle attuali circostanze, fortemente dipendenti da fattori esogeni, potrebbero risultare non coerenti o addirittura controproducenti».

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