Sfida Meloni-Salvini per la linea dura sui migranti: ritirata la norma sul ruolo della Marina
La sfida è a chi alza di più l’asticella sulla linea della fermezza. L’avvertimento
della premier è già nella premessa: «Se qualcuno pensa che i fatti del
26 febbraio mi abbiano indotta a cambiare linea, sbaglia di grosso». Il
leader di Forza Italia su Instagram rivendica di aver «quasi azzerato
gli arrivi di migranti in Italia» quando a Palazzo Chigi c’era lui e
Salvini prova a salire sul gradino più alto del podio: «Nel 2019 si è
registrato il minimo di morti e dispersi» e, guarda caso, al Viminale
c’era lui e Piantedosi
era capo di Gabinetto. Il leader della Lega è deluso perché ben poco
delle sue richieste è entrato nel testo definitivo, eppure fa buon viso e
per tre volte cita la premier chiamandola affettuosamente «Giorgia».
Partita all’insegna dell’ordine e della compostezza, la conferenza stampa finisce nel caos. I giornalisti esclusi dalla lista delle cinque domande le fanno comunque, alzando la voce per farsi sentire dalla premier. Perché i soccorsi non si sono messi in moto? Chi ha sulla coscienza i 72 migranti morti? Meloni, con tono tagliente, respinge il sospetto che il governo si sia «voltato dall’altra parte» e chiede ai giornalisti di «correggere» alcuni titoli di questi giorni. L’arduo compito di provare a riportare la calma tocca al nuovo capo ufficio stampa di Palazzo Chigi, Mario Sechi: «Scusate ragazzi non è un dibattito, non si fa così, non è professionale… Silenzio, grazie!».
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