Cina, Xi Jinping rieletto presidente: ecco perché l’imperatore del Dragone è il più potente dai tempi di Mao

Lorenzo Lamperti

2952 voti a favore. E zero contrari. Xi Jinping ottiene uno storico terzo mandato da presidente della Repubblica popolare cinese con un voto unanime. Tra gli applausi scroscianti dei delegati dell’Assemblea nazionale del popolo riunita nella sua terza plenaria nell’ambito delle “due sessioni”, a Xi viene confermata anche la leadership della Commissione militare centrale. Dalla Grande Sala del Popolo, affacciata su piazza Tiananmen a Pechino, esce dunque un leader che per la prima volta dai tempi di Mao Zedong detiene per la terza volta consecutiva tutte le cariche apicali: segretario generale del Partito comunista (la carica principale, ottenuta durante il XX Congresso dello scorso ottobre), presidente della Repubblica e presidente della Commissione militare. Eletto anche il vicepresidente: a succedere a Wang Qishan sarà Han Zheng, un tempo considerato membro della cosiddetta “cricca di Shanghai”, la fazione guidata dall’ex segretario generale Jiang Zemin.

L’esito era scontato ed era stato anticipato già cinque anni fa con la rimozione del vincolo dei due mandati. Ma ancor di più dal modo in cui Xi era emerso dallo scorso Congresso, al termine del quale è riuscito a costruire un Comitato permanente (l’organo apicale del Partito costituito da 7 membri) interamente di suoi fedelissimi. Tendenza che prosegue anche durante le “due sessioni”. Il fidato zar anticorruzione Zhao Leji, ex capo della Commissione centrale per l’ispezione disciplinare, è stato nominato presidente dell’Assemblea nazionale del popolo. Domani a Li Qiang, già ex capo di gabinetto di Xi durante i tempi in cui era governatore della provincia dello Zhejiang, sarà promosso premier. Altri fedelissimi come He Lifeng sono destinati a ulteriori nomine, anche nell’ambito delle nuove agenzie governative che accentreranno ulteriormente il funzionamento dell’apparato statale. È stata approvata la riforma che crea nuove commissioni centrali per la gestione dei dati, le politiche finanziarie, le politiche scientifiche e tecnologiche.

Nel suo terzo mandato, Xi ottiene così una razionalizzazione dei processi gestionali e soprattutto un sistema che gli consente di prendere decisioni in maniera più rapida. In tal senso va letto anche l’emendamento sulla creazione di una “corsia preferenziale” per l’approvazione-lampo di leggi in “tempi di emergenza“.

Sul fronte interno, si cercherà di raggiungere la “stabilità” a partire dalla situazione economica, provando a tamponare i possibili problemi legati ad assistenza sanitaria e pensioni che stanno emergendo dalle difficoltà di cassa dei governi locali. La prima urgenza sarà quella del difficile raggiungimento dell’autosufficienza tecnologica, in risposta alle crescenti restrizioni in materia di semiconduttori approvate dagli Stati Uniti.

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