«Terremoto nei Campi Flegrei, la camera magmatica si sta riempiendo. Non conosciamo il punto critico»

È possibile che nei prossimi cento anni si possa verificare una eruzione con emissione di ignimbrite quindi particolarmente disastrosa? 
«In questi fenomeni naturali non si può dire nulla con certezza. È estremamente improbabile, prima di tutto perché è raro che una caldera generi più eruzioni ignimbritiche; poi perché, da modelli teorici, le eruzioni ignimbritiche da collasso calderico si preparano in diverse centinaia o migliaia di anni di continuo afflusso magmatico. Bisogna anche considerare che il magma, specialmente se parliamo di intrusioni superficiali, con il tempo si raffredda. L’intrusione che quasi certamente c’è stata tra l’82 e l’83, essendo di forma laminare (sill) si è solidificata in meno di vent’anni. Quindi, bisogna anche considerare il tasso di afflusso di magma, sia perché parte della pressione può essere assorbita da un comportamento viscoso delle rocce, sia perché appunto il magma ha tempi di solidificazione che, nel caso di intrusioni laminari, possono essere abbastanza brevi. Per fare un esempio abbastanza emblematico, il sollevamento totale avvenuto durante oltre un secolo prima dell’eruzione di Monte Nuovo, implica un’intrusione superficiale di magma di alcuni chilometri cubi; ma alla fine, l’eruzione ha prodotto soltanto due centesimi di chilometri cubi di magma. Questo vuol dire che, negli oltre cento anni di sollevamento, la grande maggioranza del magma progressivamente intruso si era già solidificato prima dell’eruzione».

 Alla luce di quello che stiamo dicendo cosa bisognerebbe fare per prevenire il rischio? 
«Bisogna rendere le aree a più alta pericolosità (prima di tutto la zona rossa) effettivamente resiliente. Questo significa innanzitutto consolidare gli edifici (per renderli quanto più resistenti alla sismicità associata, che sebbene non molto forte può causare danni ad edifici particolarmente fatiscenti) e razionalizzare la rete viaria. Dopodiché, è chiaro che anche diminuire la densità di popolazione sarebbe importante. Abbiamo scritto vari lavori scientifici su questo problema, e sarebbe qui molto lungo riassumerli al di là di questi elementi più ovvii. Per chi volesse approfondire ecco due link di riferimento, uno è in inglese: https://nhess.copernicus.org/articles/20/2037/2020/nhess-20-2037-2020-discussion.html E poi il capitolo 5 di questo volume Cnr, in Italiano: https://www.cnr.it/sites/default/files/public/media/attivita/editoria/i_rischi_catastrofali_Coviello_Somma_Completo_26072022.pdf».

CORRIERE.IT

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