Napoli, sette arresti per la guerriglia con gli ultrà dell’Eintracht. Devastato il centro della città

di Angelo Agrippa

Cordone di polizia per il trasferimento degli ultrà tedeschi a Salerno e Roma per il rientro in Germania. Previsti altri arresti nelle prossime ore

Scontri ultrà Eintracht Francoforte a Napoli, Carlo Calenda (Azione) attacca Matteo Piantedosi. Carlo Calenda: «Ministro del nulla»

I cori sportivi si sono ben presto trasformati in inni di guerra. E la strada, nel terreno di scontro dove sampietrini, bombe carta e fumogeni hanno preso violentemente il sopravvento. Piazza del Gesù a Napoli è stata sfigurata dalla cecità dei teppisti, fino a cadere sotto i colpi della guerriglia. E ciò che è rimasto è soltanto rabbia e devastazione. Con un’auto della polizia data alle fiamme, altre vetture danneggiate, cinque bus dell’Azienda napoletana di mobilità presi a sassate, alcuni feriti — tra cui un autista, alla guida di uno dei mezzi per il trasferimento degli ultrà dell’Eintracht, colpito ad un occhio dal lancio di un oggetto contro il finestrino — locali e ristoranti saccheggiati, sette ultrà del Napoli arrestati e circa duecento tifosi tedeschi identificati e posti sotto controllo. Poi, la guerriglia si è spostata durante la notte nella zona del lungomare, tra via Chiatamone e via Partenope, dove i supporter bianconeri hanno scelto di alloggiare in uno dei principali alberghi. 

Gli assalti

Qui è continuata la sassaiola, a fine partita, con decine di ultrà azzurri che hanno assaltato con petardi e bombe carta l’hotel e colpito con i sampietrini i bus con a bordo i tifosi ospiti in predicato di essere trasferiti fuori città per organizzare il ritorno in Germania . Seicento, secondo una stima, gli ultrà di Francoforte che sono riusciti, martedì sera, a raggiungere Napoli in treno, facendo scalo a Salerno, e con essi anche supporters atalantini, rivali storici dei partenopei. Benché il prefetto di Napoli non avesse autorizzato la presenza della tifoseria tedesca allo stadio temendo proprio ciò che invece è avvenuto. Episodi che hanno spinto fonti di Polizia a sottolineare come «il divieto di vendita dei biglietti» ai tifosi dell’Eintracht «era più che giustificato». Del resto, gli apparati di sicurezza italiani avevano «piena contezza della pericolosità» delle frange estreme dei sostenitori tedeschi e del concreto rischio di conflitto con quelli locali, tanto da rinnovare il provvedimento dopo la decisione di sospensione del Tar, nonostante alcuni sostenessero che si trattasse di un «atto discriminatorio» quello commesso dall’Italia. 

Scontri e devastazioni

Già al loro arrivo si erano registrate le prime tensioni, con l’assalto condotto a colpi di petardi da alcune fazioni di facinorosi napoletani contro un bus su via Marina e il lancio di bottiglie all’indirizzo di un bar chiuso di piazza Bellini ad opera di un gruppo di ultrà della squadra ospite. Tuttavia, una volta accesa la miccia del conflitto è diventato quasi impossibile spegnerla. Fino alle 17 di ieri, quando almeno duecento supporters del Francoforte, sotto scorta della Polizia, hanno raggiunto il centro storico di Napoli, ma ad attenderli vi erano alcune decine di sostenitori azzurri. I tentativi di accerchiamento esperiti da questi ultimi sono stati più di una volta respinti dagli agenti di Polizia e dai Carabinieri che, in assetto anti sommossa, hanno separato e distanziato le due fazioni. È qui che, tra piazza del Gesù e Calata Trinità Maggiore, è stata scatenata la guerriglia. Nei luoghi della movida turistica e sotto lo sguardo terrorizzato di passanti e commercianti della zona che sono riusciti a malapena a trovare un riparo sicuro. 

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