Fisco, l’ultimatum di Landini
Il «menù» di Landini è sterminato: spazia dalla settimana lavorativa di 4 giorni all’obbligo formativo (che deve diventare permanente) compreso nelle 36 ore, dal rinnovo dei contratti pubblici e privati ai contratti nazionali validi erga omnes, dal salario minimo alla lotta dura alla precarietà. Nel suo intervento Landini spazia dalla strage di Cutro (a cui il congresso dedica un minuto di silenzio, con i delegati che in segno di lutto indossano una fascetta bianca per dire «basta stragi») ai divari di genere, dalla riconferma dell’antifascismo come valore fondante del nostro Paese al no alla guerra sino all’esigenza che il sindacato apra una nuova stagione di ascolto della società, allargando la sua rappresentanza alle nuove generazioni. Quanto al fisco la Cgil punta a una «vera, radicale riforma fiscale, per costruire un nuovo patto di cittadinanza basato sull’allargamento della base imponibile», aggredendo per davvero gli oltre 100 miliardi di evasione per finanziare la sanità, la scuola e per rilanciare lo sviluppo del Paese.
Il lavoro è stato al centro anche del messaggio che ieri il capo dello Stato Mattarella ha fatto giungere alla Cgil, riconoscendo al sindacato «un ruolo autorevole per accompagnare le innovazioni» ed auspicando che sia potenziata la dignità del lavoro «come attestazione di fedeltà alla Costituzione».
LA STAMPA
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