Il doppio segnale della Bce

È un conflitto antico quanto l’euro ormai: proseguirà e poi troverà una sua sintesi. Ma ieri Lagarde ha usato anche parole sorprendentemente nuove, pronunciate spesso anche dal governatore della Banca d’Italia Vincenzo Visco. La presidente della Bce ha fatto capire che una minaccia di inflazione non viene solo dai lavoratori che chiedono adeguamenti al carovita, innescando una spirale prezzi-salari. Anche le imprese la alimentano, se accrescono i profitti continuando a tenere alti i prezzi dei beni ora che è sceso il costo delle materie prime usate nella produzione. A un certo punto ieri Lagarde è parsa sperare nella politica dei redditi di Carlo Azeglio Ciampi nel 1992, quando ha detto che serve «una giusta ripartizione degli oneri di questa che è quasi una tassa» (cioè il carovita).

Arrivare a qualcosa del genere trent’anni dopo Ciampi e su scala europea non sarà facile. Ma aiuterebbe. Perché nei prossimi mesi il rischio per la Bce, come per la Federal Reserve negli Stati Uniti, è di trovarsi tra Scilla e Cariddi: da un lato un’inflazione che rifiuta di scendere a livelli accettabili, dall’altro un sistema finanziario così fragile che altri aumenti dei tassi possono sollevare nuove ondate di panico. Allora sì che servirebbe tutta la saggezza e l’umiltà in chi ha le mani sul timone.

CORRIERE.IT

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