Campo largo, ora la “Cosa” esiste davvero

Marcello Sorgi

«La cosa esiste!», si potrebbe dire – o ripetere – ricordando uno slogan molto in voga trent’anni fa, quando i post-comunisti, liquidato il Pci insieme con le macerie del Muro di Berlino, impiegarono un paio d’anni a scegliere il nuovo nome della «cosa», che intanto continuò a chiamarsi così. Invece al congresso della Cgil, padrone di casa Landini, che sabato sarà riconfermato segretario del maggior sindacato italiano, il «campo largo» di cui si parla da tempo si è materializzato con i leader del centrosinistra, da Calenda a Fratoianni, passando per Conte e – manco a dirlo – Schlein, seduti uno accanto all’altro sul palco. E sebbene nessuno abbia preso impegni per il futuro, di buona volontà se ne è vista, chissà che non possa servire per le prossime amministrative d’autunno, dove, senza costruire una coalizione, la sconfitta sarebbe nuovamente assicurata. Intendiamoci: le difficoltà ci sono ed è inutile nascondersele, hanno ripetuto uno dopo l’altro i potenziali alleati. Ma l’ingresso in scena della nuova segretaria del Pd ha introdotto una novità che può funzionare, nel bene e nel male. Nel bene: Schlein, al di là degli slogan a cui è affezionata, sta rivelando giorno dopo giorno un pragmatismo insospettabile e una testardaggine imprevedibile alla vigilia delle primarie. Tanto che certe volte, a sentirla parlare, sembra di ascoltare Bonaccini e non lei.

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