La follia degli amici di Cospito ci è già costata oltre 3 milioni

Stefano Zurlo

Centinaia di migliaia di euro in frantumi. Sono i vetri della sede centrale della Reale Mutua Assicurazioni a Torino. Il 4 marzo la furia anarchica colpisce l’headquarter della compagnia e tanti altri target nella città. Il Comune stima un conto di almeno centomila euro per la sua parte, anche se le ricognizioni non sono ancora finite: ci sono i pali divelti e le scritte sui muri. Per lavarle via è già stata preventivata una spesa che sfiora i 30mila euro.

E poi ci sono le devastazioni contro i negozi e più in generale i privati, e ancora le auto sfasciate o danneggiate, con particolare predilezione, scrivono i torinesi inferociti su chat che sono scariche di nervosismo, per le auto più lussuose o appariscenti. Salve le Panda, la rabbia si scatena sulle grandi cilindrate, incautamente lasciate in strada in un pomeriggio di follia.

Torino come Milano e Milano come Roma. La rete eversiva anarchica si sposta da una città all’altra e lascia rovine e incendi. Un copione che si ripete ormai da mesi, come una routine della guerriglia che lascia sgomenti ma pure un catalogo dei vandalismi ormai chilometrico: stime ufficiali non ce ne sono, le denunce si accumulano sui tavoli delle questure, i Comuni, cominciando da Torino, si portano avanti annunciando che si costituiranno parte civile quando ci saranno i processi. Ma intanto qualche esperto ipotizza, a spanne, un primo bilancio che oscilla fra i 3 e i 5 milioni di euro. Cifre imponenti che si raggiungono purtroppo facilmente, se si mettono in fila alcuni degli episodi accaduti nelle scorse settimane.

A Roma solo negli ultimi giorni vengono incenerite 16 auto di proprietà delle Poste e lo stesso destino si abbatte su 22 scuolabus, custoditi dietro un alto muro di cinta in un parcheggio lungo la via Ostiense. Le difese non fermano l’assalto compiuto sabato sera da professionisti dell’eversione capaci di superare ogni ostacolo: 18 mezzi sono distrutti. Solo in questo caso il conto sfiora il milione di euro.

Ieri arriva la rivendicazione per l’altro raid: «Salutiamo – si legge sui canali social – il centocinquantesimo giorno di sciopero della fame del nostro fratello e compagno Alfredo Cospito, regalandoci la gioia di attaccare con il fuoco le infrastrutture dello Stato italiano, nello specifico abbiamo incendiato 16 macchine di proprietà delle Poste italiane».

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