Meloni sente Scholz sui migranti. E ora Bruxelles apre all’Italia
di Monica Guerzoni
Oggi la premier in Aula, opposizioni unite (ma non sull’Ucraina)
Una gestione «finalmente europea» dei flussi migratori, un segnale di sostegno «a 360 gradi» all’Ucraina e soluzioni condivise dai 27 Paesi per la competitività delle economie. Sono i temi al centro della telefonata tra Giorgia Meloni e il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz, in vista del Consiglio Ue del 23 e 24 marzo. Mezz’ora di colloquio «lungo e cordiale», che a Palazzo Chigi considerano importante nella tessitura diplomatica che la premier sta portando avanti nel tentativo di smuovere l’apatia dell’Europa. La Germania teme che la primavera possa portare una nuova ondata di arrivi dal fronte Sud e ha capito, questa la convinzione di Meloni, che «l’Italia non può fare da sola».
Oggi al Senato, nella tradizionale informativa che precede il vertice, la presidente del Consiglio illustrerà strategie e priorità, domani parlerà alla Camera e poi salirà al Quirinale. «Da questo Consiglio Ue mi aspetto passi in avanti», si mostra ottimista Meloni. Le opposizioni, divise sull’Ucraina, sull’emergenza migranti uniscono le forze e chiedono a Palazzo Chigi e al Viminale di poter conoscere i documenti del naufragio di Cutro, che il 26 febbraio ha ucciso (almeno) 88 person e davanti alle coste della Calabria.
Alle 11,30 la premier terrà l’informativa al Senato e alle 14, alla Camera, i capigruppo delle minoranze presenteranno la richiesta di accesso civico alle carte del disastro, con l’obiettivo di mettere in difficoltà il governo: perché i soccorsi non sono scattati in tempo per evitare la strage? Meloni ne ha parlato negli uffici di Fratelli d’Italia con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, in partenza per una missione in Costa d’Avorio. E oggi la premier terrà il punto in difesa delle istituzioni italiane, convinta che abbiano fatto «come sempre» tutto il possibile per salvare uomini, donne e bambini.
Roma preme da giorni per convincere l’Unione a un cambio di passo e ieri Bruxelles ha battuto un altro colpo. Ursula von der Leyen ha reso nota la lettera ai 27 Paesi in cui scrive che «il terribile naufragio al largo della Calabria è stato un vivido richiamo all’urgenza della nostra azione». La Commissione Ue è pronta a mobilitare 110 milioni di euro nel 2023, in aggiunta ai 208 già impegnati per la cooperazione anti-trafficanti. Per la presidente «una soluzione equa e sostenibile può essere trovata solo in un approccio europeo ed equilibrato». Von der Leyen sembra essersi convinta che l’Italia non può fare da sola: «Possiamo raggiungere più traguardi solo se agiamo insieme».
A Bruxelles è allarme sulla situazione economica e politica della Tunisia. «Il Paese rischia il collasso — ha avvertito il ministro degli Esteri Antonio Tajani nella riunione con gli omologhi dei 27 —. C’è non solo una questione di stabilità, ma anche la questione dei flussi migratori irregolari che ci preoccupa molto. La frontiera con la Libia è sempre più fragile, serve una forte azione europea». Nei prossimi giorni il commissario europeo Paolo Gentiloni sarà a Tunisi per affrontare il dossier del finanziamento.
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