La pace di Xi sul tavolo di Putin: «Eterna amicizia tramandata di generazione in generazione»
Da Pechino, il portavoce degli Esteri critica l’incriminazione di Putin da parte della Corte penale internazionale: «Il tribunale dell’Aia deve rispettare l’immunità dei capi di Stato, senza usare due pesi e due misure». Ha esternato sul tema anche Dmitry Medvedev, pretoriano di Putin, consigliando su Telegram ai giudici dell’Aia di «guardare sempre il cielo, perché un missile ipersonico può sempre arrivare». Non va liquidata solo come boutade incendiaria: vista la fine violenta di numerosi avversari del Cremlino all’estero suona come un’intimidazione.
Oggi Xi e Putin trattano di cooperazione politica ed economica. L’interscambio commerciale è salito a 185 miliardi di dollari e Putin già prevede che quest’anno arriverà a 200. Le transazioni su gas e petrolio russo vengono ormai regolate principalmente in yuan: gli analisti osservano che la Banca centrale di Mosca si lega a una moneta strettamente controllata da Pechino.
Quello che volevano comunicare al mondo è stato detto ed esibito intorno al tavolino. Putin mostra di non essere solo. Xi ha più messaggi: si veste da statista globale; copre la sua solidarietà verso Mosca con i 12 punti che vanno dal cessate il fuoco alla ricostruzione dell’Ucraina devastata; cerca di convincere della propria buona volontà pacificatrice gli europei; infine dice a Joe Biden che la Cina può sempre rivolgersi alla Russia per spezzare l’accerchiamento sul fronte asiatico.
Si spera in un vertice (almeno telefonico) con Volodymyr Zelensky, ma qui Xi dovrà essere più cauto, perché il presidente ucraino è un grande comunicatore e potrebbe svelare la vera posizione emersa da un colloquio.
Il politologo cinese Wang Huyao chiede di dare una chance a una mediazione di Pechino. Spiega che «è credibile perché fermando la guerra Xi eviterebbe l’ulteriore indebolimento del partner russo e rilancerebbe il dialogo economico con l’Europa».
Pechino fa filtrare anche vecchi rancori: «Per le alleanze con la Russia la Cina ha spesso pagato un prezzo alto», ha detto lo storico Feng Yujun in una conferenza. Xi e Putin sono quasi coetanei, il leader cinese è nato nel 1953, il russo nel 1952. È noto che Xi ammira il collega per il suo decisionismo (i cinesi sui social lo chiamano «Pu da di», «grande imperatore Pu»). Ma c’è una grossa differenza nelle biografie dei due leader: «Xi da uomo maturo ha vissuto una storia di successo con la crescita della Cina e vuole proseguire la marcia in avanti; nella percezione di Putin il passato della Russia era migliore del presente», ha osservato subito dopo l’inizio dell’avventura in Ucraina Sergey Aleksashenko, vicegovernatore della Banca centrale russa negli Anni 90.
Uno degli infiniti modi di dire cinesi recita: «Vanno a letto insieme, ma fanno sogni diversi». Sembra perfetto per i due «grandi amici» Xi e Putin. Si può aggiungere che condividono un incubo: l’accerchiamento da parte dell’Occidente
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