Riforma Irpef, quanto si risparmia di tasse? Fino a 206 euro per redditi sotto ai 28 mila euro

Flat tax per tutti

Ora veniamo a quelle voci della riforma che sono più nebulose. Partiamo con la Flat tax per tutti, obiettivo identitario di questa coalizione di governo e che ha un’orizzonte di realizzazione a fine legislatura, come indicato nella legge delega. Come ha spiegato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo a Federico Fubini, il governo crede all’unica aliquota per tutti, «nella quale la progressività sia garantita da un sistema che combini no-tax area e detrazioni in funzione del reddito». Ma cosa significa? Poiché i vincoli costituzionali sono chiari (le tasse devono essere progressive e la flat tax è il contrario di questo dettato), il governo intende aumentare alle fasce più povere di lavoratori la No tax area, ovvero quella fetta di reddito che non viene tassata, oltre a rivedere in rialzo le detrazioni decrescenti (che in un primo momento, però, per finanziare la riforma, vedranno una bella sforbiciata).

Flat tax incrementale

Diverso, il discorso della flat tax incrementale, il nuovo regime di tassazione al 15% da applicare alla parte degli aumenti di reddito calcolata rispetto ai redditi registrati nei tre anni precedenti, limitatamente all’anno 2023 e valido per le persone fisiche titolari di reddito d’impresa e/o di lavoro autonomo con redditi fino a 40 mila euro, che non aderiscono al regime forfetario. In soldini, viene introdotta la possibilità di assoggettare a una “tassa piatta” del 15% — meno onerosa dell’Irpef ordinaria (e delle relative addizionali regionale e comunale) — l’eccedenza del reddito d’impresa e/o di lavoro autonomo rispetto al più elevato importo del reddito d’impresa e/o di lavoro autonomo dichiarato negli anni 2020, 2021 e 2022.

Riforma dell’Iva: aliquota zero su alcuni beni di prima necessità

Anche sulla riforma dell’Iva ha risposto il viceministro Leo a Federico Fubini: «Le aliquote del 5 e del 10% possono essere oggetto di rivisitazione, come pure quella su alcuni beni, ad esempio quella applicata sull’acqua al 22%», ha spiegato il viceministro. L’obiettivo del governo è rendere omogenea la tassazione per beni e servizi simili. E per farlo, ha detto ancora Leo, «possiamo sfruttare le regole europee che consentono di applicare un’aliquota zero su alcuni prodotti di prima necessità, come quelli per l’infanzia».

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