Pnrr, ritardo da 26 miliardi
I piani dei primi tre mesi dell’anno riguardano in particolare la transizione ecologica (5 scadenze e solo una a buon punto), quindi pubblica amministrazione, inclusione sociale, digitalizzazione – tutti condue scadenze ciascuno – e impresa e lavoro con un adempimento. In particolare le cinque scadenze della transizione ecologica riguardano tutte l’idrogeno: dall’entrata in vigore delle norme necessarie al suo utilizzo come fonte di energia rinnovabile, all’aggiudicazione di appalti per progetti relativi alla produzione e stazioni di rifornimento. Il lavoro maggiore spetta dunque al ministero dell’Ambiente, titolare in particolare di tre scadenze; seguono, ognuno con due adempimenti, Infrastrutture e Dipartimento per la Transizione digitale con due, Sport, Lavoro, Economia e Presidenza del Consiglio (uno ciascuno).
In base all’«Indicatore originale Openpolis» che monitora l’implementazione del Pnrr giunti a questo punto si può dire che è stato completato il 66,84% delle riforme (mentre a fine trimestre si dovrà arrivare al 74,38%). Più lenta, come è noto, la messa a terra degli investimenti con una percentuale di completamento ferma al 27,9% contro il 39,5% programmato entro il 31 marzo. In particolare, per quanto riguarda le infrastrutture, che nel complesso pesano per il 30,65% del Pnrr (68,07 miliardi di fondi) gli investimenti hanno raggiunto quota 23,81% contro il 32,02% previsto nel trimestre e in questo campo le Ferrovie hanno speso l’11,52% delle risorse loro assegnate (27,26 miliardi) contro il 15,57% del target trimestrale, «Tpl e mobilità dolce» il 3,29% contro il 6,37%, interventi sul patrimonio edilizio arrivano al 43,35% (contro il 56,12%), mentre la «Logistica» è al 20,15% contro il 32,46%. Per la «Transizione ecologica», 34,64 miliardi a disposizione, è stato speso il 18,76% e in 8 giorni dovrebbe arrivare al 28,22%, con gli investimenti in rinnovabili (8,94 miliardi a disposizione), al 13,47% ben lontano dal 26% di fine mese) e i piani per la tutela del territorio (9,15 miliardi) al 17,68% (25,53%). Per quanto riguarda gli altri capitoli del Pnrr la voce «Impresa e lavoro» con 37,49 miliardi a disposizione ad oggi ne ha visti impegnati il 42,79% contro il 59,13% indicato di fine mese, scuola università e ricerca (29,66 miliardi) è al 17,71% anziché al 35,97%, i piani per la digitalizzazione su 16,04 miliardi ne hanno impegnati il 35,58% anziché il 44,96%, quelli nel campo della salute sono al 34,59% anziché al 44,735% dei 18,11 miliardi stanziati, i piani per l’inclusione (8,7 miliardi) sono al 36,19% contro il 50,77%. La voce «Giustizia» è invece praticamente in linea (74,55% della spesa rispetto al 78,79%) con i 2,31 miliardi di investimenti previsti. In significativo ritardo, infine, la voce «Turismo e cultura» che avendo a disposizione 6,54 miliardi a oggi ne ha impegnati il 30,17% mentre entro il trimestre si sarebbe dovuti arrivare al 46,73%, ovvero più di 15 punti in più. —
LA STAMPA
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