Vogliono fare crescere questi bambini dentro un carcere

La legge che è saltata ieri perché Fratelli d’Italia l’aveva modificata fino a stravolgerne lo spirito non faceva altro che spingere verso la costruzione di nuove case famiglia in modo che quei 26 bambini che oggi vivono in cella possano vivere in un ambiente più sano e più protetto. Sono 26 a oggi, sono stati anche 80 negli anni che hanno preceduto la pandemia. Sono tantissimi, se contiamo tutti quelli che sono passati dalle carceri in questi anni. Ma com’è possibile doverlo spiegare? Che non è civile, non è sano, non è umano, non è giusto?

I soldi per la costruzione delle case famiglia che servono, un milione e mezzo di euro, sono già stati stanziati nella manovra di bilancio del 2020. Le Regioni non li hanno spesi perché aspettavano la nuova legge, era a un passo, era già stata approvata il 30 maggio scorso dalla Camera, poi il governo Draghi è caduto e serviva ricominciare daccapo. Ma nessuno si aspettava che sarebbe saltata. Perché quel 30 maggio l’allora deputato pd Paolo Siani aveva attraversato l’aula e aveva abbracciato la deputata di Fratelli d’Italia Maria Teresa Bellucci. È vero, il partito di Giorgia Meloni aveva scelto l’astensione, unico tra tutti, ma qualcuno la legge l’aveva comunque votata.

Cos’è successo, da allora? Com’è possibile che Lega Forza Italia e quel pezzo di Fratelli d’Italia abbiano cambiato idea su una norma di pura civiltà? È successo che la destra che non sa dare risposte ha bisogno di propaganda e come dimostra il tweet di Salvini non c’è propaganda migliore di quella fatta grazie alla foto di borseggiatrici incinte al grido di: «Devono andare in prigione anche loro! Basta fare figli per salvarsi!».

Nessuno le ha mai salvate. Sono loro, spesso, a popolare le sezioni nido e gli Icam. Lo sono perché tornano a delinquere e nessuno fa loro sconti, per questo. Differiscono l’ingresso in carcere, a volte, ma poi scontano tutto insieme e per il cumulo delle recidive arrivano a pene che superano i 30 anni. Solo che, a dispetto della propaganda leghista, nessuno vuole far sì che tornino a delinquere. La legge saltata prevedeva che quelle donne siano detenute in case adatte alla loro condizione di madri. A volte, ma solo quando i percorsi di rieducazione funzionano, queste donne non tornano al “campo” e non tornano a rubare proprio perché la giustizia mostra loro una strada diversa.

Come sempre, Salvini usa un problema enorme per aizzare i peggiori istinti contro obiettivi facili. Forse non sa, neanche lui, che a settembre del 2021 Amra ha partorito in carcere, sempre a Rebibbia, perché il giudice non aveva fatto in tempo a esaminare il suo caso. In terra, aiutata da una compagna di cella anche lei al quinto mese di gravidanza, senza un medico, senza un’ostetrica. La ministra Cartabia allora mandò gli ispettori, disse «mai più», e invece.

Forse non ricordano, Salvini o il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari o la deputata FdI Carolina Varchi, che nel 2018 a Rebibbia una donna tedesca che lì non doveva stare perché era malata di schizofrenia ha buttato i suoi due bambini dalle scale e li ha uccisi. Anche allora si disse mai più. Il cappellano del carcere richiamò la politica alle sue responsabilità. Paolo Siani, era appena arrivato in Parlamento, si mise al lavoro su quella legge. Che oggi salta perché Salvini aveva bisogno di un tweet sulle ladre incinte per saziare la sua bestia social, e Fratelli d’Italia di nuovi nemici da dare in pasto all’elettorato.

Dice il ministro Carlo Nordio, interpellato dalla Stampa su questo, che il nostro giornale è «così prevenuto da non interpretare bene le norme. Peccato». Rispondiamo al ministro Nordio, che se così fosse con noi le interpreterebbero male tutte – tutte – le associazioni che si occupano di carcere. E che quel che sta avvenendo ai danni di questi bambini non è un peccato. È un delitto.

LA STAMPA

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