Carburanti e-fuels, il salasso Ue è servito: ecco quanto costerà il pieno
Produzione complessa e costi che inevitabilmente lievitano: gli e-fuels voluti da Germania e Ue costerebbero fino a 3 euro al litro, una mazzata per le tasche dei cittadini
Se pensavamo di liberarci dal caro-carburantecon la futura introduzione degli e-fuels tedeschi così tanto avallati dall’Unione Europea ci sbagliavamo di grosso: quando tra sette anni partirà la produzione industriale, un pieno potrebbe costare fino a 200 euro, un salasso per le tasche di tutti. I costi sono molto elevati e, dovendo dire addio a benzina e diesel dal 2035 come stabilito definitivamente ieri in Commissione Europea, le previsioni sono nere considerando anche che i biocarburanti italiani risultano per adesso esclusi dal futuro dei motori endotermici i cui costi non sarebbero più alti rispetto agli attuali.
Europa e Germania ci lasciano a piedi: sì al motore termico con gli “e-fuels”. No ai biocarburanti
L’importanza dei biocarburanti
Eni ha già lanciato sul mercato Hvolution, olio vegetale idrotrattato (HVO), un gasolio che contiene il 100% di componente rinnovabile. Come abbiamo scritto sul Giornale, ha un costo medio di 1,910 euro al litro ma questo biodiesel non riduce completamente le emissioni di CO2 e la sua produzione avrebbe comunque costi importanti. Questa strada, però, porterebbe ai biocarburanti del futuro tanto bistrattati dall’Ue che al pari degli e-fuels si fondano “egualmente sulla compensazione della CO2: se questa modalità di calcolo delle emissioni, detta ‘Life cycle approach’, vale per un tipo di combustibile, deve valere anche per l’altro, entrambi sul punto sono tecnicamente neutri”, ha dichiarato un paio di giorni fa Massimiliano Salini, eurodeputato di Forza Italia e del Ppe.
I biocarburanti aiuterebbero di rimbalzo anche l’ambiente perché si riciclerebbero da scarti di residui agricoli, oli usati e altri rifiuti che altrimenti dovrebbero essere smaltiti in maniera diversa: usati come combustibile abbatterebbero la CO2 fino al 100%. L’Italia è già all’avanguardia e in rampa di lancio per la loro produzione grazie a cinque impianti già operativi e in grado di produrli anche da soia, girasole, colza e mais oltre a agli scarti derivati dal legno e ai concimi animali. L’Ue, per adesso, crede che questo prodotto non sia del tutto a impatto zero e non ha dato il via libera al nostro Paese.
La difficoltà nel creare gli e-fuels
Se il bicchiere mezzo pieno è rappresentato dalle emissioni zero degli e-fuels, quello mezzo vuoto (e forse anche più di mezzo) riguarda i costi per produrlo visto che la quantità di energia richiesta è enorme: infatti, vengono prodotti dall’energia rinnovabile con un processo dell’acqua chiamato elettrolisi che la trasforma in idrogeno; dopodiché, si dovrà combinare assieme all’anidride carbonica. Ecco perché le stime di oggi parlano di un salasso sul nuovo pieno del carburante green che può arrivare a 200 euro per un serbatoio da 70 litri, cifra oggettivamente insostenibile. Da non dimenticare, poi, un altro dettaglio non da poco: nell’epoca di siccità e scarse precipitazioni, per creare un litro di e-fuels ne servono due d’acqua.Dall’Ue arriva lo stop per i motori benzina e diesel dal 2035. L’Italia si astiene e punta ai biocarburanti
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