Sono tempi bui se Cospito al 41 bis non può leggere neanche la Bibbia

Ai giuristi avanzo un sospetto: che la lotta di Cospito contro il 41 bis (ripeto ciò che ho già detto in tante occasioni: non discuto ora questa norma, ma la sua aberrante applicazione in questo specifico caso) abbia avuto un ispiratore neanche troppo segreto. Leggo: «Il nostro ordinamento ha introdotto quella figura di isolamento mortuario che è il 41 bis e che per certi aspetti è più incivile anche di una mutilazione farmacologica. Questo per dire che il nostro sistema non brilla per civiltà». Firmato: Carlo Nordio, 28 marzo 2019.

L’inciviltà di un ordinamento, applicato per di più con la durezza del rigor mortis, è davvero il segno di una profonda crisi dello Stato, di una sua estrema debolezza. È allora che un governo avverte ovunque minacce e pericoli, è allora che cade in una ossessione auto-sicuritaria e auto-conservatrice, che immiserisce, soffoca, degrada e produce permanente stato di eccezione. Forse in terra mai si è visto e mai si vedrà la legge dell’amore, ma che almeno le nostre leggi siano ragionevoli e civile la loro applicazione. Credo sia giunto il momento di pretenderlo da tutti noi, animali sì, ma dotati di logos.

LA STAMPA

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