L’allarme di De Guindos (Bce): “Il sistema bancario è solido, ma stanno aumentando rischi e incertezze”

Il quadro è a tinte fosche, ammette. «L’incertezza è aumentata, pertanto stiamo monitorando attentamente le attuali tensioni di mercato e siamo pronti a rispondere, se necessario, per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell’area dell’euro. Nonostante l’aumento dei costi di finanziamento, la redditività delle banche è migliorata, trainata da interessi attivi netti significativamente più elevati, mentre le svalutazioni e gli accantonamenti sono stati finora contenuti», avverte. Nel complesso, da una prospettiva sistemica, «le banche dell’area dell’euro sono moderatamente esposte al rischio di tasso di interesse. La maggior parte è in realtà posizionata per beneficiare inizialmente dell’aumento dei tassi di interesse, che aumenta i margini di interesse netti». In media, dice De Guindos, «il repricing del portafoglio prestiti tende a più che compensare i maggiori costi di finanziamento e le perdite mark-to-market sui titoli a reddito fisso». È tuttavia inevitabile che «con l’inasprimento delle condizioni di finanziamento e in linea con il nostro obiettivo politico, le dinamiche creditizie si stiano indebolendo e possano pesare sulla redditività delle banche in futuro». Un messaggio che fa comprendere la precarietà dello scenario.

C’è un aumento di rischio, concede. «Alcuni modelli di business bancari potrebbero essere più vulnerabili a questa transizione». Ed è per questo che bisogna vigilare bene per scovare il prossimo bubbone. Nello specifico, «le vulnerabilità del sistema finanziario prevalgono nel settore finanziario non bancario, che è cresciuto rapidamente e ha aumentato la sua assunzione di rischi durante il contesto di bassi tassi di interesse». Il rischio di credito e liquidità «rimane elevato, rendendo il settore più vulnerabile alla volatilità del mercato e a un brusco repricing dei mercati finanziari». Nonostante alcuni recenti de-risking, ha detto, «nel settore finanziario non bancario prevale un disallineamento strutturale della liquidità e le correzioni del mercato potrebbero essere amplificate dalla vendita forzata in mercati illiquidi». Ed è per questo che è fondamentale che «vengano perseguite riforme politiche per affrontare queste vulnerabilità». Dovrebbe dunque «essere data priorità alle politiche che contribuiscono a rafforzare la resilienza del settore, ad esempio riducendo lo squilibrio di liquidità, attenuando il rischio derivante dalla leva finanziaria e migliorando la preparazione alla liquidità in un’ampia gamma di istituzioni». Dormire sonni tranquilli non è ancora possibile.

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