La Russa si scusa su via Rasella: «Erano nazisti». Il pressing di Giorgia Meloni
di Paola Di Caro
«Ho sbagliato». Ma il Pd: «Non può ricoprire quel ruolo»
Dopo le parole rilasciate al Corriere della Sera per ridimensionare la portata della sua uscita sull’azione partigiana di via Rasella («Non volevo fare polemica, davo per scontato che si capisse che quei soldati uccisi erano nazisti, se avessi voluto avrei potuto dire che fu ben diverso l’eroico gesto di Salvo D’Acquisto, e che per l’azione dei partgiani morirono anche due civili inermi»), Ignazio La Russa torna sul caso che ha fatto insorgere comunità ebraica, Anpi, opposizioni e praticamente tutti gli storici e commentatori. E chiede scusa.
Il presidente del Senato — che aveva definito «musicisti semi-pensionati» i soldati del battaglione Bozen e un’azione «non gloriosa» quella dei partigiani che portò alla rappresaglia con l’eccidio delle Fosse Ardeatine, da lui ovviamente fortemente condannato — ha avuto ben poche voci a sua difesa dalla sua maggioranza, anzi, l’azzurro Mulè e il leghista Durigon hanno fatto notare come si trattasse di un’uscita poco opportuna. Ci sono state invece molte richieste di dimissioni e una polemica dai toni altissimi.
Così il presidente di Palazzo Madama è stato costretto a tornare sulle sue parole e a fare marcia indietro, pur ribadendo come il senso della sua uscita non fosse polemica, ma tesa invece — spiegano i suoi — proprio a riportare pace. E lo ha fatto anche per placare una Giorgia Meloni molto arrabbiata fin dal primo momento per l’uscita del suo fedelissimo, e in pressing su di lui per chiudere al più presto un caso che può fare molto male al governo, tanto più in vista del 25 Aprile quando le opposizioni potrebbero dare battaglia. D’altronde, già lo annuncia la segretaria Pd Schlein: «Non permetteremo alla destra di riscrivere la storia: sarà una Festa della Liberazione di lotta e mobilitazione».
«Ho sbagliato — scrive quindi La Russa nel primo pomeriggio in una nota — a non sottolineare che i tedeschi uccisi in via Rasella fossero soldati nazisti, ma credevo che fosse ovvio e scontato oltre che notorio». Poi l’auto-precisazione sulla natura degli incarichi dei soldati: «Non so se effettivamente è errata la notizia, più volte pubblicata e da me presa per buona, che i riservisti altoatesini inquadrati nella polizia tedesca facessero anche parte della banda militare del corpo». E qui le scuse: «Fatte salve le persone che hanno commentato pretestuosamente e in prevenuta malafede, voglio invece scusarmi con chi anche in forza di resoconti imprecisi abbia comunque trovato motivi di sentirsi offeso».
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