Le sfide di governo e la realtà lontana
Nell’ultima settimana l’Italia ha vietato l’intelligenza artificiale, un parlamentare della maggioranza ha proposto multe fino a 100 mila euro per chi usa parole inglesi, e il presidente del Senato ha contestato il valore di un’azione partigiana del 1944, scusandosene il giorno dopo.I vincitori delle elezioni si sono a lungo vantati di essere più in sintonia della sinistra con il Paese reale, di conoscere i bisogni del popolo, di saperne interpretare le angosce. Ma è difficile ricordare una settimana del nostro dibattito pubblico più lontana di questa dalla realtà italiana, da ciò di cui si occupano quotidianamente famiglie e imprese.
La presidente del Consiglio ha fatto molto in questi mesi per indirizzare la nuova fase politica verso il fare, l’agire, l’ottenere. Rientra in questo quadro una profonda revisione di idee e atteggiamenti nei confronti dell’Unione Europea e nei rapporti con Bruxelles, che ha prodotto tra le altre cose positive anche una gestione fin qui seria e responsabile dei conti pubblici. Ma col passare dei giorni stanno emergendo due seri problemi per la destra di governo.
Il primo è che intorno a Giorgia Meloni si agitano troppe ansie identitarie, quasi come se la vera preoccupazione di chi è andato al potere fosse quella di dimostrare che non ha cambiato idea, né mai la cambierà. Naturalmente ciascuno ha diritto alle sue idee, ma l’esercizio di funzioni pubbliche, in cui si rappresenta anche chi quelle idee non condivide, richiede quanto meno di cambiare agenda e priorità (e qualche volta anche di tacere, se l’idea si dimostra sbagliata oppure offensiva).
La destra al governo non ci deve dimostrare quale sia la sua identità, e cioè chi ritiene di essere, ma che cosa pensa di fare. D’altra parte esibire la propria identità con quotidiani esercizi da culturista rischia di ingrossare le schiere degli avversari, allarmando molti agnostici per eccitare pochi nostalgici.
Il secondo problema è che c’è davvero tanto da fare, invece che questo. Le cronache di tutti i giorni ci raccontano di un Paese che ha bisogno di decisioni. Non basta elencare i problemi e la loro gravità. Bisogna poi anche trovare le soluzioni, o almeno cominciare a lavorarci su.
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