Le sfide di governo e la realtà lontana
Per esempio: abbiamo una massa senza precedenti di immigrati che provano ad entrare in Italia, e allo stesso tempo le imprese e le famiglie italiane chiedono manodopera come mai prima: centinaia di migliaia di lavori non vengono coperti. Il nostro sistema pubblico, in collaborazione con le aziende private, è in grado di far incontrare queste due spinte trasformandole in fattori di sviluppo e di legalità, attraverso un grande progetto di formazione della forza-lavoro?
Un altro esempio. Stiamo soffrendo la piaga della siccità. Ma anche quando l’acqua c’è, l’Italia ne perde quasi il 40% dai tubi degli acquedotti: 150 litri al giorno per abitante. Ci sono da noi 557 società partecipate pubbliche che gestiscono la fornitura, i cui consigli di amministrazione ospitano schiere di politici ed ex politici sicuramente meritevoli. Ma il governo nazionale può far qualcosa per dar vita a un’unica società pubblica efficiente e quotata in Borsa, sul modello di Terna per l’energia elettrica, come ha proposto l’altra sera in tv da Formigli l’ex presidente di Confindustria Montezemolo?
Del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e del rischio davvero sistemico di perderne i finanziamenti europei che valgono una decina di punti di Pil, si è letto molto in questi giorni. «Non l’abbiamo scritto noi», ha detto la premier Giorgia Meloni. Ed è vero. Ma ciò non toglie che spetta a loro utilizzare ogni centesimo di quei fondi, perché adesso è il nostro Pnrr, e loro sono il nostro governo, l’unico che abbiamo per un prevedibile futuro.
Chi è chiamato dai cittadini alla guida della nazione si prende la responsabilità dell’Italia com’è, non come avrebbe voluto che fosse né come avrebbe dovuto essere. Chi governa perde il diritto a lamentarsi. Tra l’altro, nel nostro caso la destra ha ricevuto il testimone di un Paese che ha registrato una crescita spettacolare per due anni di fila, riducendo anche le disuguaglianze e accrescendo l’occupazione. Alla fine verrà dunque giudicata esclusivamente per la sua capacità di evitare il ritorno alla crescita zerovirgola, alla stagnazione e alla perdita di lavoro e ricchezza.
Non c’è dunque tempo da perdere. Se vuole davvero difendere ed accrescere la sua credibilità, la destra deve dimostrarsi non solo impegnata a governare, ma anche concentrata solo su quello.
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