Landini fa il capo dell’opposizione. Schlein e Conte si mettono in scia e aizzano la piazza
Dagli edili agli studenti. Dagli ambientalisti ai comitati di quartiere. Dal Pd al M5s. Ancora una volta sono i sindacati a riunire tutte le opposizioni, politiche e della società civile, al governo guidato da Giorgia Meloni. Nel primo sabato di aprile il tema che raccoglie una minoranza troppo spesso frastagliata è il no al nuovo Codice degli Appalti voluto dall’esecutivo di centrodestra. Una questione che si intreccia con la cancellazione del Superbonus 110%, vessillo dei Cinque Stelle.
Fai la cosa buona è lo slogan delle manifestazioni promosse da Cgil e Uil, andate in scena in cinque città: Roma, Torino, Napoli, Palermo e Cagliari. L’uomo che fa sfilare negli stessi cortei dem e grillini è di nuovo Maurizio Landini, che sembra diventato la vera calamita dell’anti-melonismo, più di Giuseppe Conte ed Elly Schlein. «Credo che ci sia bisogno di avviare una grandissima campagna di assemblee di confronto in tutti i luoghi di lavoro e quindi penso che il mese di aprile debba essere quello in cui si attiva questo percorso verso la mobilitazione. Ne stiamo discutendo insieme a Cisl e Uil», esorta alla battaglia Landini dalla piazza di Torino.
Replica Matteo Salvini, leader della Lega, vicepremier e Ministro delle Infrastrutture, ma soprattutto «padre» delle modifiche al Codice degli appalti. «Orgoglioso del Nuovo Codice degli Appalti che garantirà più lavoro per tutti, operai e imprenditori, più sicurezza e meno burocrazia – spiega Salvini – per fortuna ci sono sindacati che preferiscono il confronto allo scontro, il futuro al passato». E un’altra stoccata: «Chi attacca il Nuovo Codice, atteso da anni, parlando addirittura di mafia o di più morti sul lavoro, o è in malafede o è ignorante. Si tratta dei soliti professionisti del No a tutto».
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