Stangata sulle tariffe telefoniche, per i clienti aumenti da 2-3 euro al mese
Più nel dettaglio, entrambi gli operatori prevedono un aggiornamento annuale del canone mensile: Tim segue l’andamento dell’indice Ipca (Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Ue) che offre una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo. WindTre, invece, utilizza l’indice Foi (Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati) che misura l’andamento dei consumi delle famiglie che fanno capo ad un lavoratore dipendente.
Da notare che entrambi i meccanismi, di fatto, non tengono conto dell’effetto di un eventuale tasso di inflazione negativo. Come spiega l’analisi, Tim chiarisce nelle note di funzionamento del sistema di indicizzazione che non saranno presi in considerazione eventuali valori negativi dell’indice di riferimento. WindTre, invece, fissa un incremento minimo da applicare ad ogni aggiornamento, a prescindere dal tasso effettivo dell’indice utilizzato come riferimento.
Quanto ci sarà da pagare in più? Il rincaro non è da poco: secondo le simulazioni di Segugio.it e SOStariffe.it, nel 2024 (nell’ipotesi di un tasso di inflazione pari a quello attuale), in occasione del primo adeguamento del canone per le tariffe indicizzate all’inflazione di Tim e WindTre, gli aumenti arriverebbero a 18 euro, fino a punte di 35 euro annui.
«La novità di questi meccanismi di aumento indicizzato all’inflazione sta nel fatto che non costituiranno una modifica nelle condizioni generali di contratto – spiega Paolo Benazzi, Responsabile telco e utilities di Segugio.it e SOStariffe.it -. Ciò significa che, anche quando applicato, l’aumento non conferisce al cliente finale il diritto di recesso senza costi dal contratto, diritto che invece normalmente avrebbe in caso di rimodulazione “classica”». In ogni caso gli aumenti saranno debitamente comunicati dagli operatori. Sarà da capire se anche altre compagnie seguiranno la stessa strada. Ai consumatori lascia poche possibilità di difesa.
LA STAMPA
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