Fedriga: «Fratelli d’Italia? I risultati delle elezioni ci consentono di aver un maggiore equilibro»
di Cesare Zapperi
Il presidente rieletto: «Non pensavo di andare così bene». «Fratelli d’Italia? I risultati delle elezioni ci consentono di aver un maggiore equilibro»
Trieste
Presidente Massimiliano Fedriga, con il suo 64,2%
(risultato mai raggiunto da un candidato governatore in Friuli-Venezia
Giulia) lei si candida ad emulare il suo collega veneto. Dopo lo
Zaiastan, avremo il Fedrighistan?
«No, non scherziamo. Qui c’è solo una Regione che è stata ben
governata. Sono contento per questo risultato che, per le sue
dimensioni, mi carica di ancora maggiori responsabilità».
Lei ha detto che non si aspettava questo risultato. Ma la sua vittoria era scontata.
«Vero, ma non con questi numeri. Avevo percepito il clima positivo, ma non pensavo di andare oltre il 56-57%».
A cosa si deve un risultato così alto?
«È stato riconosciuto l’impegno di 5 anni di lavoro».
Ma in particolare?
«Probabilmente, la serietà di governo. Lo stile di chi bada alla sostanza dei problemi, che non fa dichiarazioni roboanti».
Le ha giovato essere stato in prima linea a gestire l’emergenza Covid?
«Penso che i
cittadini abbiano percepito le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare
ma anche la serietà con cui le abbiamo gestite. Io ho sempre detto che
quando dovevo prendere una decisione non guardavo se mi avrebbe fatto
guadagnare o perdere voti. I cittadini lo hanno capito».
Eppure, proprio a Trieste ci sono state le manifestazioni più rumorose dei No vax.
«Mah, un conto è la
protesta, magari fatta da molta gente arrivata da fuori, altro è
affrontare e risolvere i problemi. Qui serve responsabilità, noi
l’abbiamo dimostrata».
Lei ha cercato di
«giustificare» il poco brillante risultato di FdI. Però i numeri
parlano chiaro: rispetto alle Politiche il calo è netto.
«Credo che non sia
corretto mettere a confronto consultazioni di tipo diverso. Qui il
raffronto va fatto rispetto alle Regionali del 2018. Il salto in avanti
di FdI è netto».
La Lega, invece, rispetto al 2018 ha perso molti consensi ma ne guadagna nel confronto con le Politiche del settembre scorso.
«E io ne sono molto
contento. Il risultato è andato ben al di sopra delle aspettative, come
del resto è successo alla lista che portava il mio nome».
A cosa si deve il successo della sua lista?
«Abbiamo centrato
l’obiettivo di conquistare quegli elettori che apprezzano il nostro
lavoro ma non si riconoscono nei partiti. In questo modo siamo riusciti
ad allargare la base del nostro consenso, peraltro senza penalizzare
nessuno dei nostri partner».
La Lega va meglio perché si è «fedrighizzata», cioè è diventata pragmatica e meno piazzaiola?
«Anzitutto, la
proposta di governo dei territori, come si è visto anche in Lombardia e
Lazio, è stata apprezzata dagli elettori. E poi l’apporto di Salvini
come ministro delle Infrastrutture è stato premiante. A Roma Matteo sta
lavorando molto bene».
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