La destra di governo e il dilemma delle nomine
La maggioranza deve decidere se vuole rappresentare solo il potere oppure essere un autentico motore di cambiamento. E i cambiamenti cominciano dalle idee
È quando la destra di governo si accinge al cruciale compito delle nomine che emerge una delle sue più gravi debolezze: non aver visto un numero sufficiente di puntate di Downton Abbey, privandosi così della possibilità di approfondire la differenza che passa tra un maggiordomo e un cameriere.
Una differenza decisiva. Come infatti sa ogni spettatore della fiction inglese, il signor Carson, il maggiordomo al servizio della nobile famiglia Crawley, è chiamato, sì,a sovrintendere al buon andamento quotidiano di tutte le faccende domestiche, ma in realtà egli ha di mira sempre e solo una cosa innanzi tutto: tenere alto il prestigio della casata e dei suoi padroni. Questa è la sua vera funzione: badare in ogni circostanza che il loro nome non venga offuscato dalla minima ombra, prevenire l’eventualità che un qualunque disguido, un qualunque incidente o malaccortezza leda l’immagine e la fama della casata. E in tal modo accrescerne il prestigio.
Il signor Carson non è un dipendente incaricato di un servizio, insomma. È il custode di un rango (cioè di una tradizione, di uno stile, di un’idea). Compiere i vari servizi, obbedire e servire è invece cosa dei camerieri. Degnissime persone, intendiamoci. C’è una nobiltà nel servire, ha scritto Thomas Mann, che solo i poveri di spirito non riescono a comprendere: ma per l’appunto il compito di chi serve è quello di eseguire quanto altri ha deciso, non di prendere iniziative e di rappresentare un’idea.
Ora, quando chi governa deve procedere a nominare qualcuno per un incarico pubblico si trova per l’appunto di fronte a questa scelta: designare un maggiordomo o un cameriere? Cioè da un lato una persona che in maniera indipendente e creativa si cali nel suo ruolo, che si faccia carico dei valori e della prospettiva politica generale di chi lo nomina mettendo le proprie competenze al servizio di quei valori e di quella politica perché crede in essi, pur se comunque è deciso a mantenere una propria autonoma sfera di giudizio e soprattutto di decisione. Dall’altro lato, invece, una persona forse anche capace ma soprattutto disposta a seguire le indicazioni di chi lo ha nominato: quindi un puro esecutore, una persona dalle convinzioni presumibilmente non fermissime e in ogni caso pronta a rinunciarvi.
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