La primavera di Salvini. Riporta in alto la Lega e blinda la leadership

Fabrizio De Feo

Non è la prima volta che accade, ma anche questa volta per la Lega il requiem è suonato troppo presto. Dopo il deludente risultato delle Politiche dello scorso settembre, il partito di Matteo Salvini continua a registrare segnali interessanti e recuperare consenso. L’ultimo squillo è arrivato dal Friuli dove il centrodestra ha doppiato il centrosinistra e il Carroccio ha confermato il trend positivo. La Lega si è confermata primo partito alle Regionali con il 19,02% delle preferenze (34,91% nel 2018). Al secondo posto c’è Fratelli d’Italia con il 18,13% (5,49% nel 2018), al terzo una new entry, la Lista Fedriga, con il 17,74%, voti che si fa fatica a non ricondurre in larga parte all’area leghista.

Il risultato friulano arriva dopo i buoni riscontri ottenuti nelle urne in Lazio e Lombardia, regione dove la Lega, il 13 febbraio, si è attestata sul 16,5%, a cui va aggiunto il 6,2% della lista Fontana. Ben oltre il 13% dei consensi ottenuti alle Politiche nella Regione in cui è nato il progetto di Umberto Bossi. Matteo Salvini, insomma, rialza la testa e torna a mostrare una Lega capace di poter competere. Certo i sondaggi segnano ancora una distanza molto importante dal partito di Giorgia Meloni, ma il leader della Lega è convinto di aver iniziato la risalita. Inoltre con Massimiliano Fedriga alla guida del Friuli Venezia Giulia per cinque anni e Luca Zaia per altri due anni in Veneto, Salvini è consapevole di avere una leadership blindata e di poter valorizzare al massimo i suoi governatori, carte vincenti sul territorio e figure dotate di un forte appeal presso l’elettorato. Con un occhio alle opere pubbliche, terreno di rilancio del consenso su cui misurarsi nell’arco della legislatura. «In questo momento Salvini ha in mano il Ministero del Fare» dice Massimiliano Romeo.

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