Bersani: “Meloni e La Russa stanno tradendo la Costituzione su cui hanno giurato”

Davanti alla destra che lei descrive, quale sinistra è competitiva?
«Che sia al governo o all’opposizione, la nuova destra è corporativa, gerarchica, culturalmente autarchica. Se è questo il confine, vogliamo organizzare le forze che culturalmente sono universalistiche, non accettano di essere autarchiche, che pensano al principio di uguaglianza dell’articolo 3 come un cardine? Non è che siamo a palleggiare come ci fossero Berlusconi e l’Udc…».

Ha nostalgia di quella destra come avversaria?
«Ma guardi, non sto a giudicare se sia meglio uno o l’altra. Lo dico dal lato di sinistra: tattiche di appeasement al margine, da correttori di bozze, erano possibili quando c’era l’Udc, non ora».

Serve più radicalità?
«Io parto dai temi: chi è corporativo e chi è universalistico. Chi vuole la fiscalità progressiva e chi no. Diritti del lavoro: basta questa precarietà, facciamo una legge sulla rappresentanza, salario minimo, parità salariale uomo donna».

Come lo dice alle altre opposizioni? Ad esempio Calenda, che dice sempre: se ci sono i Cinque stelle non ci sono io?
«Io continuerò a dirlo a Carlo. Dov’è una forza politica oggi che ha il fisico per stare nel mezzo e dirigere il traffico? Non esiste da nessuna parte, ci sono campi plurali a destra o a sinistra, dove, certo, una forza può anche fare quella più verso il centro, ma deve essere in un campo. Se no si finisce per essere un po’di qua e un po’di là, e apparire di volta in volta servo di due padroni. Prima o poi si capirà questa cosa, e allora si troverà il modo di fare una piattaforma che ricompatti un’area progressista».

I due padroni sono destra e sinistra, insomma…
«Per adesso è più attrezzato quello di destra…».

In realtà due padrone: Schlein è la figura giusta per guidare la sinistra?
«È la figura giusta per ravvivare la militanza. Credo abbia chiaro che costruire un’alternativa è cosa diversa dal rianimare un partito: richiede una discussione politica. Un’apertura c’è stata, s’è visto alle primarie, ma c’è ancora un esercito di persone fuori, non bisogna fermarsi lì».

Lei ha definito Schlein più professionista di quanto si dica. Abbastanza per governare le correnti del Pd?
«Professionista vuol dire conoscere, sapere, non arrendersi ai meccanismi. E lei, che viene descritta come Alice nel paese delle meraviglie, in realtà è giovane ma di lungo corso, fa politica da parecchi anni. Tra l’altro, chi ha fatto l’esperienza del Parlamento europeo vien fuori espertissimo di tatticismi…».

Ha ripreso la tessera del Pd?
«La prenderò quando non mi faranno più la domanda, perché voglio entrarci in punta di piedi».

LA STAMPA

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