La libertà non deve farci paura
Elena Stancanelli
Se avessi desiderio di pensare l’immaginario italiano, se ritenessi utili degli Stati italiani della cultura nazionale, se dunque partecipassi al convegno che si svolgerà domani all’Hotel Quirinale accanto, tra gli altri, al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, inizierei senz’altro dalle parole del sindaco di Rimini. Usate in risposta alla cancellazione del murales (che era stato autorizzato) nella sua città: “Le sentinelle della libertà hanno provveduto alla liberazione di Rimini passando una mano di vernice bianca sul murale di via Savonarola. Savonarola non a caso: c’è sempre un rogo, o un pennello che censura e cancella, nella testa degli intolleranti e dei violenti. Quelli che tra loro si chiamano difensori sempre di qualcosa: della città, del buongusto, del genere, della razza, della bellezza (la loro) contro il brutto (degli altri). Umana pietà per queste povere persone, per la vita che fanno: il bianco della loro vernice è l’assenza di colore della loro vita… senza pensare che l’opera di cancellazione è inutile non tanto e non solo perché comunque un altro murale verrà, ma perché con questo “atto” hanno per sempre reso immortale l’uomo che allatta. Volendo toglierlo dalla quotidianità lo hanno direttamente elevato alla permanenza permanente”. Al convegno sopra citato, dove ci si interrogherà sui fondamenti della cultura del nostro paese, riterrei cruciale ricordare, come ha fatto il sindaco, Girolamo Savonarola. Ribadire con forza che fondamento della nostra cultura è il rifiuto per l’intolleranza e la violenza, proprio perché siamo stati intolleranti e violenti e corriamo il rischio di tornare a esserlo. Così come, per definire l’immaginario italiano, userei senza alcun dubbio le parole con cui stigmatizza chi difende le proprie idee in modo violento e intollerante. Noi (italiani) non siamo, o non vogliamo essere, quelli che trasformano tutto in una crociata, che pensano “se non piace a noi è brutto, se offende noi è offensivo, se si scosta dal nostro modello è sbagliato”.
Pages: 1 2