Il Papa e l’udienza al freddo (dopo l’infezione e il ricovero): «Sono ancora vivo»



Il rito prevede i saluti in varie lingue ai pellegrini con bandiera. Ci sono un tricolore francese, il vessillo con il cedro del Libano, quello polacco che non manca mai, il drappo messicano portato dalle alunne di un collegio con gonna al ginocchio che tremano di freddo. «Pensate ai ragazzi che cercano una via di uscita nel suicidio. Nella droga. Chiediamocelo: qual è la nostra droga? Pensiamo alle mamme dei soldati ucraini e russi che hanno avuto un figlio ucciso. Sono come la Madonna sotto la croce di Gesù».

Alla fine il Papa gira in sedia a rotelle, per i saluti. Il cronista ovviamente fa il suo mestiere: «Santo Padre, ci ha fatto spaventare. Come sta davvero?». Francesco si prende una pausa prima di rispondere. Poi sorride, e il sorriso del Papa ha in sé candore e malizia, come chi ricorda l’insegnamento del Cristo: «Io vi mando come pecore in mezzo ai lupi, siate dunque candidi come colombe e cauti come serpenti». Infine Bergoglio risponde: «Sono ancora vivo». Qualcuno, dietro il Portone di Bronzo, forse se ne rammarica. Tutti, qui in piazza, se ne rallegrano. Il Conclave può attendere.

Venerdì sera la Via Crucis al Colosseo
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CORRIERE.IT

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