Don Mazzi: «A 20 anni odiavo i sacerdoti, un po’ li detesto ancora. Con Corona e Lele Mora ho solo perso tempo»
di Stefano Lorenzetto
Il prete: «Ho vissuto la morte di mio papà come un’ingiustizia da parte di Dio. Il Vaticano andrebbe svuotato. Se non esistesse, la Chiesa andrebbe meglio»
A 93 anni, don Antonio Mazzi confessa di non sentirsi vecchio. «Mi sono solo rotto le scatole. Fatico a infilarmi le calze e a vestirmi». Della salute non si preoccupa: «Mi hanno rimosso un tumore dalla testa, fatto l’angioplastica alle coronarie, messo il pacemaker, sono quasi cieco dall’occhio destro per una maculopatia. Ma finché il Capo non alza il telefono… La morte è diventata una compagna di vita».
Che cosa le ruba più tempo?
«La scrittura con carta e penna: testi per tre giornali, un libro
appena uscito, due in cantiere. La lettura: cinque quotidiani al giorno.
I ragazzi di Exodus che vengono a confidarsi, ma sono la mia vita».
Credevo la preghiera.
«Quella è “nel” tempo. Non me lo porta via. È diverso».
Ha chiesto udienza al Papa.
«Mi ha convocato lui, tramite la segreteria di Stato. Non a Casa
Santa Marta, ma nel Palazzo apostolico, dove riceve la gente seria,
infatti dopo di me c’era l’ambasciatore del Giappone, Seiji Okada, in
visita di congedo. È la terza volta. Lo conobbi a Buenos Aires quand’era
cardinale».
Lei vuole esiliarlo in Africa.
«No,
spedirei laggiù i cardinali, a pulirsi le scarpe. Invece Francesco ad
Assisi con il suo bastone. Il Vaticano va svuotato e bruciato. Se non
esistesse, la Chiesa andrebbe molto, molto, meglio».
Che cos’ha chiesto al Papa?
«Di istituire la Giornata degli adolescenti e di scrivere una
lettera ai padri. Non mi ha risposto né sì né no. Ma lo sguardo parlava
da sé».
Se lei avesse un figlio che si taglia di proposito gambe e braccia, che farebbe?
«Piangerei insieme a lui».
A che età gli metterebbe in mano uno smartphone?
«Quando me lo chiede».
Quindi anche a 10 anni?
«Glielo darei. Gli spiegherei come usarlo. Così come gli insegnerei ad andare in bici».
Dalla bici non esce il porno.
«Meglio la bici, concordo. Il sesso non è un gioco. Non accetto che diventi un vizio».
La pedofilia è molto peggio.
«I futuri preti dovrebbero vivere fuori dai seminari fino ai 18
anni. Chi passa la prima parte della vita in un luogo chiuso, avrà dei
problemi. L’adolescente deve combinare i suoi pasticci. Non mi fido di
chi fa sempre il bravo».
Disse l’attempato discolo…
«Avevo 10 mesi quando mio padre morì. Mia madre non l’ho mai sentita
vicina. Le dicevo: lascia in pace papà, non c’è più, pensa ai tuoi due
figli. Aveva una bella voce, ma non cantava mai. Vestiva di nero come le
donne del Sud in lutto perpetuo. Mi mandò dai Buoni Fanciulli del
futuro san Giovanni Calabria».
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