“Verrà il giorno in cui il buio finirà”. Il testamento di Vladimir Kara Murza contro Putin

Jacopo Iacoboni

«So che verrà il giorno in cui l’oscurità sul nostro paese si dissiperà. Quando il nero sarà chiamato nero, e il bianco bianco. Quando sarà ufficialmente riconosciuto che due volte due fa ancora quattro. Quando la guerra si chiamerà guerra, e l’usurpatore – usurpatore. E quando coloro che hanno acceso e scatenato questa guerra, e non quelli che hanno cercato di fermarla, saranno riconosciuti come criminali. Questo giorno arriverà inevitabilmente come arriva la primavera per sostituire anche l’inverno più gelido».

Chi parla così, citando George Orwell da una gabbia di un tribunale – dove si reca per l’ultima volta, l’ultimo discorso davanti ai giudici del Cremlino, mentre la pubblica accusa chiede per lui 25 anni di galera – è Vladimir Kara Murza, uno dei principali e più temuti oppositori di Putin (in Russia si misurano quelli realmente temuti dagli anni di carcere di massima sicurezza che gli danno). Kara Murza è forse, assieme a Ilya Yashin (anche lui in carcere) il principale allievo di Boris Nemtsov, ucciso a colpi d’arma da fuoco otto anni fa, il 27 febbraio 2015, mentre attraversava il ponte Bolsoj Moskvoreckij, vicino al Cremlino, era a Mosca –particolare davvero sinistro a ricordarlo ora – per organizzare una marcia di protesta contro il governo di Putin e il suo intervento militare in Ucraina, a un anno dall’occupazione della Crimea 2014. Per l’assassinio di Nemtsov furono condannati cinque ceceni, assai a fatica, e dopo tantissimo tempo – a differenza di altri killer che vengono trovati il giorno dopo, sicari legati ai Kadyrov – i lacché ceceni di Putin.

Ora parla dal tribunale. Viene accusato ridicolmente di «tradimento». Un’ultima volta, presumibilmente, prima di un oblio che può terminare solo con la caduta di Putin. Kara Murza è stato già avvelenato due volte, l’ultima dei quali sopravvivendo miracolosamente, ma con danni evidentemente durevoli. In carcere ha perso 25 chili, e ha un uso ormai difettoso delle gambe. Bellingcat tracciò che, poco prima dell’avvelenamento, Kara-Murza era stato seguito dallo stesso squadrone del Fsb che poi nell’agosto 2021 seguì e avvelenò in Siberia Alexey Navalny. Proprio le stesse persone. Bersagli di alto profilo, evidentemente, per il Cremlino.

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.