Intervista a Calenda: «Renzi deve sciogliere Italia viva. Io lavoro 25 ore al giorno, lui vuole le mani libere»
Il leader di Azione: «Così cerca di bloccare ogni passo avanti fino alle Europee». «Non puoi fare credibilmente un partito con uno che ti avverte che farà il direttore del Riformista un quarto d’ora prima che accada»
Carlo Calenda, che succede, lei e Matteo Renzi state divorziando?
«Lo deve chiedere a lui. Sono 48 ore che vengo bersagliato da attacchi anche personali da parte di quasi tutti i dirigenti di Italia viva. Il punto per noi è politico: Renzi si rifiuta di prendere l’impegno di sciogliere Italia viva
quando nascerà il nuovo partito e sta bloccando ogni passo avanti sulla
strada del partito unico. E questo è un problema: se da due partiti non
nasce un partito ma ne nascono tre significa semplicemente che vuoi
tenerti le mani libere».
Intanto il coordinamento del Terzo polo non si riunisce più, per quale motivo?
«Perché a dicembre con un colpo di
teatro Renzi è ridiventato segretario di Italia viva, accentrando su di
sé tutti i poteri e levando Ettore Rosato con cui lavoravamo molto bene e
che sedeva negli organi di coordinamento del Terzo polo. Oggi nel
Comitato politico del Terzo polo non c’è nessuno che può prendere
impegni per Italia viva. Le sembra normale? E anche il gruppo che doveva
studiare le regole del congresso non riesce più a riunirsi perché da
Italia viva non danno disponibilità. Quindi Renzi deve fare chiarezza».
E come si dovrebbe fare chiarezza secondo lei?
«Intanto rispondendo al documento che gli ho mandato da settimane per preparare il processo che porterà
al partito unico
e poi dicendo con chiarezza se è disponibile a sciogliere Italia viva, perché se non è disponibile non nasce nessun partito».
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