Nomine, un giorno di veti e ricomposizioni. Poi Lega e Forza Italia la spuntano su Scaroni e Cattaneo

di Monica Guerzoni 

La premier e le scelte di Cingolani, Pontecorvo e Di Foggia, la prima donna ad. Salvini soddisfatto per Cattaneo e De Biasio, Forza Italia per Scaroni, Descalzi e Del Fante

Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, il capo della Polizia, Lamberto Giannini, e la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante la cerimonia per il 171mo anniversario della Polizia di Stato alla Terrazza del Pincio, Roma, 12 aprile 2023.   ANSA/MASSIMO PERCOSSI

C’è voluta un’altra giornata di colloqui, incontri, scontri, veti e limature per chiudere le tanto attese liste dei cda delle grandi aziende quotate dello Stato. Un doppio test, sulla stabilità della maggioranza e sul potere (o strapotere) di Giorgia Meloni alla guida dell’esecutivo. L’altoltà della Lega, che si è mossa di sponda con Forza Italia, ha avuto l’effetto di rendere meno piena la vittoria della premier e ricompattare una coalizione che rischiava di uscire stropicciata dal gioco della seggiola. 

Alla fine anche la premier è soddisfatta, contenta di aver conquistato Leonardo con l’ex ministro draghiano Roberto Cingolani e con Stefano Pontecorvo e felice di aver difeso per Giuseppina Di Foggia il posto di prima donna ad. Lei lo declina al maschile, «amministratore delegato», ma può dire di aver mantenuto la promessa: «Mi ero impegnata, io non mollo facilmente». Martedì, quando Giancarlo Giorgetti è salito sul volo per gli Usa, la presidente e i suoi vice hanno fatto le ore piccole. Prima Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini, poi anche Giovambattista Fazzolari e Gianni Letta hanno lavorato di penna e bianchetto a Palazzo Chigi, cercando un difficile equilibrio in grado di scongiurare scossoni sul governo. «Bella giornata» è il bilancio finale dei meloniani, magari un po’ edulcorato. 

La novità più vistosa, oltre al «siluramento» di Stefano Donnarumma, è il ticket formato da Flavio Cattaneo e Paolo Scaroni all’Enel. Una scelta condivisa da Tajani e Salvini, che sono riusciti così a contenere Meloni. Il leader della Lega, che da settimane contrastava la determinazione della premier nel voler promuovere Donnarumma da Terna a Enel, ha segnato un punto e può brindare anche alla nomina di Cattaneo. L’ex direttore generale Rai, poi ad di Terna e Telecom Italia e vicepresidente di Italo-Ntv, era alla festa a sorpresa per i 50 anni di Salvini. 

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