Così Giorgetti tiene il punto sulle nomine e sui conti
Preso atto di questi fattori, Giorgetti ha giocato la sua partita da guard-rail. Fermo e silenzioso, ma lì per arginare le sbandate. Contro l’ipotesi che Antonio Donnarumma passasse da Terna alla guida di Enel, ha tenuto il punto fino alla fine malgrado le preferenze della premier. Da Washington — dov’è per gli incontri del Fondo monetario internazionale — Giorgetti ora si limita a far sapere che in realtà il pacchetto delle nomine sarebbe stato pronto addirittura da martedì, ma per una serie di intoppi burocratici e regolamentari si è dovuto attendere. Di certo lui ha curato l’inserimento nel consiglio di Leonardo di Marcello Sala, un manager con lunga esperienza nel settore privato che Giorgetti stesso ha voluto al ministero dell’Economia a occuparsi di istituzioni finanziarie.
Così in fondo è andata anche con il Def, presentato martedì: delinea un percorso sui conti, dove per realizzare le promesse elettorali della Lega sulla flat tax o le pensioni c’è ben poco spazio. E forse solo perché se lo aspettava, Salvini per ora abbozza. Non durerà la tregua fra i due, forse perché le differenze antropologiche sono troppe. Ma per ora, fragilmente, tiene. Fino al prossimo mal di pancia.
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