Nomine, secondo round: Salvini ferma Donnarumma a Rfi. La Lega: Meloni, luna di miele finita

L’esito della trattativa delle nomine ha lasciato alcuni strascichi e in qualche modo potrà diventare un precedente. Per la Lega, e parte di Forza Italia, aver arginato Meloni è stato un successo che va anche al di là del risultato ottenuto sulle partecipate. Aver imposto i propri nomi su un colosso come Enel non era affatto scontato. Poco prima della svolta nel vertice notturno tra martedì e mercoledì, in molti nel Carroccio, ma anche tra gli azzurri, credevano che per Cattaneo e Scaroni non ci fossero molte chance. E invece la premier ha ceduto. Chi ha trattato ha visto una Meloni più vulnerabile. Così, nella Lega si fa un ragionamento: la premier non vive più la luna di miele dei primi mesi.

Oggi Salvini riunirà a Milano il Consiglio federale, un’occasione per celebrare quelli che ritiene i successi alle regionali (Lazio, Lombardia e soprattutto il Friuli-Venezia Giulia) e preparare le comunali di maggio. Con i suoi dirigenti il vicepremier farà il punto sulla strategia, in vista delle Europee. E proprio quell’appuntamento è al centro delle riflessioni di Salvini, che martedì ha incontrato il presidente del Rassemblement National di Marine Le Pen.

Mentre il 13-14 maggio il leader della Lega potrebbe essere a Lisbona al summit dell’estrema destra mondiale, organizzato dal partito lusitano Chega, il cui leader André Ventura ha affermato di aver avuto la conferma da Salvini, oltre che dall’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro, mentre Donald Trump deve ancora sciogliere la riserva. Un congresso quindi potenzialmente esplosivo, indirettamente anche per l’immagine dell’esecutivo e quindi per Meloni, divisa tra le ragioni di governo e il terrore di perdere consenso.

LA STAMPA

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