Solo 4 miliardi per l’Irpef e ora nel Def rispunta la revisione del Catasto
Un aiuto non può che venire dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. In uno degli allegati al documento sono riportati due studi che ipotizzano una spinta alla crescita tra i 9 e gli 11 punti percentuali cumulati in sei anni. L’analisi definita «più lineare» stima un impatto del Pnrr sul Pil dell’1% quest’anno, dell’1,8 il prossimo, del 2,7 nel 2025 e del 3,4% nel 2026. Il Def riporta poi tre scenari di rischio dovuti al rialzo dei prezzi dell’energia e del petrolio, al tasso di cambio, all’indebolimento del commercio mondiale e allo spread. Il primo scenario potrebbe tradursi in una riduzione del Pil dello 0,3% nel 2023 e dello 0,4 nel 2024. Gli altri tre avrebbero un impatto minore nel biennio.
Tra le misure che verranno consegnate a Bruxelles è rispuntata la riforma del catasto secondo «i valori di mercato», una norma contro cui lottarono Lega e Forza Italia all’epoca dell’esecutivo di Mario Draghi. Nella serata di ieri però il Mef ha precisato che si tratta «solo di una sessione di carattere meramente ricognitorio degli interventi già adottati in passato».
L’Ufficio parlamentare di bilancio ha validato il quadro tendenziale del governo, seppur «al limite» per quanto riguarda il 2024. I dati, evidenzia l’Upb, sono validati «assumendo la piena e tempestiva realizzazione dei progetti del Pnrr».
LA STAMPA
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